Ma i prodiani fanno finta di non sentire: «Quali critiche?»

nostro inviato a Verona

Premio «irriducibili» al ministro Rosi Bindi e al sindaco di Verona Paolo Zanotto. I fischi a Romano Prodi bruciano, il premier era arrivato al Bentegodi pensando di trovarsi almeno in campo neutro, invece è stato contestato all’entrata e all’uscita da gente che partecipava alla messa del Papa. Li hanno sentiti tutti, i 40mila presenti, gli spettatori della diretta tv, le decine di giornalisti presenti. Qualche delegato si è lamentato del trattamento riservato al presidente del Consiglio nel giorno in cui Benedetto XVI ha detto che non spetta alla Chiesa agire in ambito politico. Ma nessuno ha avuto il coraggio di negare l’evidenza, nemmeno lo staff di Palazzo Chigi. Soltanto il ministro e il sindaco ulivisti.
Rosi Bindi è caduta dalle nuvole quando un cronista le ha chiesto di commentare la contestazione a Prodi. «Fischiato? Quando? Dove? Ho visto uno stadio che quando è arrivato e quando è uscito, lo ha salutato con tanti applausi e tanta simpatia», ha risposto il ministro per le Politiche familiari. «Ho visto tante strette di mano, tante foto, persone che lo incoraggiavano con “tieni duro” e “grazie”, un grande calore». Neppure Zanotto, che guida una giunta di centrosinistra eletta grazie anche all’appoggio di buona parte del mondo cattolico veronese, ha notato nulla di strano: «Sono stato sempre con il presidente del Consiglio, ma non ho mai avvertito alcuna contestazione nei suoi confronti. Sono stato al suo fianco da dentro lo stadio fino all’aeroporto».
Lo staff di Prodi si è affrettato a ridimensionare le bordate di fischi, senza sognarsi di negarle ma denunciando la presenza di «una claque, di un centinaio di giovani» organizzati «proprio accanto alle telecamere», ignorando forse che i biglietti per l’ingresso allo stadio erano stati tutti distribuiti attraverso le parrocchie. I prodiani sottolineano invece che «lo stesso pontefice ha rivolto un caloroso saluto, stringendo loro la mano, al presidente del Consiglio, a sua moglie Flavia e al ministro Fioroni», che era accanto alla coppia di Palazzo Chigi all’aeroporto poco prima che l’apparecchio del Papa decollasse alla volta di Roma.

E il capogruppo dell’Italia dei valori alla Camera, Massimo Donadi, ha giudicato «deplorevoli» le contestazioni aggiungendo però: «Quanto accaduto a Verona è un episodio sul quale sarebbe bene riflettere. È, forse, il segnale della distanza tra quel ceto del Paese che al Nord produce il 50 per cento del prodotto interno lordo e le scelte del governo».

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