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I salari dei Trasporti? Pieni di buchi

Dopo i dicasteri dell’Economia e della funzione pubblica è il turno del Mit, ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. Istituito nel 2001, durante il secondo governo Berlusconi, grazie all’accorpamento del minisetro dei Lavori pubblici e quello dei Trasporti, è un dicastero che ha competenze molto ampie su tutto il territorio italiano: dalle reti viarie «infrastrutturali», come strade, autostrade, porti, ferrovie e aeroporti. Inoltre consente di supervisionare i piani relativi alla logistica territoriale nazionale, a quelli del settore trasporti della mobilità urbana.
A capo del ministero di piazzale Porta Pia a Roma c’è il ministro Altiero Matteoli, che controlla, oltre a quattro sottosegretari, 258 dirigenti, misti fra 1° e 2° fascia, come è possibile vedere dalla differenza fra i compensi riportati in tabella. Una macchina burocratica di peso, ma certo non paragonabile a quella del Tesoro. L’esercito dei dirigenti qui costa annualmente 12 milioni di euro. Un terzo rispetto al Tesoro, che ogni anno sborsa 38 milioni di euro.
Ma c’è un ma: la cifra è incompleta. Infatti nei tabellari degli emolumenti forniti dal Mit, mancano svariate decine di compensi che andrebbero ad aggiungersi a quelli noti. Comunque per quelli riportati non ci sono grosse differenze con gli altri dicasteri: 51mila euro è la retribuzione più bassa per un dirigente di seconda fascia, mentre 173mila è quella più alto per un manager di prima fascia.
In compenso la «trasparenza», che non ha funzionato bene su gli stipendi, ha svolto un ruolo ottimale sulla rintracciabilità di ogni singolo rappresentate . Infatti le tabelle contengono sia le mail di servizio che il numero di telefono diretto, anche di chi non ha la voce relativa al proprio compenso. Ogni ministero ha interpretato l’operazione trasparenza «brunettiana» a modo suo.
La pianta organica del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti del resto è in movimento. Lo scorso 19 maggio, è stata recapitata a tutti i dirigenti di seconda fascia una circolare per reperire candidati a coprire posizioni vacanti in tutto il territorio nazionale.

Si tratta di ben 66 posti, da alcune poltrone nelle direzioni generali (dunque a Roma) a uffici periferici, come i Provveditorati interregionali e le direzioni, soprattutto quelle del Nordest, da sempre più affamate di dipendenti pubblici.

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