Non si placa il fuoco delle polemiche a la Spezia dopo che l'altra sera la sede dell'Idv in via Chiodo si è trasformata in un ring. Da un lato il segretario regionale Paladini, che ha raccolto «versioni contrastanti e opposte» tra i dirigenti dipietristi Maurizio Ferraioli e Giuseppe Contino dichiarando che «la questione è delicata e il fatto inammissibile per l'Idv: se ne occuperanno i probiviri». Dall'altro i tesserati di la Spezia che storcono il naso ed esprimono solidarietà e allo stesso tempo forte preoccupazione per la gestione spezzina del partito. Ieri uno di loro ha inviato un comunicato stampa intitolato: «Idv alla Spezia, un patrimonio di politica e di idee da difendere». Il comunicato non è firmato, ma sarebbe stato prodotto da «un numeroso gruppo di iscritti tutti esterni agli organi direttivi». Insomma, sembrerebbe che la base spezzina non ne possa più: «Troppe volte, negli ultimi anni, l'Idv spezzina è stata interessata da una dirigenza locale di personaggi che avevano già militato in vari partiti, persino di opposta tendenza. Il loro approdo è parso più ispirato dalla ricerca di prebende e dalla promozione personale che dalla volontà di condurre un'azione politica credibile e condivisibile. Gli avvenimenti di questi giorni e dell'altra sera sono la manifesta esplosione di queste ed altre contraddizioni. Siamo arrivati addirittura allo scontro fisico. Si tratta di un episodio che non può trovare collocazione nel patrimonio storico del nostro partito».
Gli iscritti, poi, attaccano il segretario regionale: «Ritenevamo, anche in fase precongressuale - e cioè prima dell'elezione di Sandro Pietrobono - che le modalità e il percorso scelto per il rinnovo degli organi locali fosse contraddittorio e soprattutto molto distante dalle continue sollecitazioni e attenzioni che l'onorevole Paladini ha riservato per il nostro territorio. Negli ultimi anni l'Idv spezzino ha vissuto stagioni con forti tensioni interne, sintomo di un disagio costante, che evidenziano in positivo la presenza di iscritti leali e fortemente motivati a fare politica come servizio ai cittadini. Occorre quindi ribaltare le logiche di potere interno».
Il dirigente presumibilmente aggredito, Maurizio Ferraioli, ha ricevuto numerosi attestati di solidarietà. Anche su Facebook.
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