«Ieri sera ho pestato un pittore meneghino in corso Venezia»

Pubblichiamo un brano della lettera che Mario Sironi scrisse da Milano alla moglie Matilde nel settembre del 1919.

Cara piccola, speravo una tua lettera oggi ma invece non è arrivata. E pure vorrei tue notizie e sentire la tua voce! Milano ronza intorno come quei motori del dirigibile che ascoltavamo appena svegli, quando anche l’amore mi era permesso - L’impressione non è la stessa - L’unico sollievo sarebbe lavorare se mi fosse possibile piantare una tenda in piazza Duomo. Oggi mi hanno parlato di Parigi. Perché non mi sono deciso per Parigi \. Che cosa può darmi la città commerciante se non il ribrezzo e il bisogno di difesa contro la sua stessa potenza? Certo meglio di Roma che è un bel sogno deplorevole.


Ieri sera ho avuto il primo scontro con un cervello di stoppa meneghina - Un pittore ha nicchiato a quello che io dicevo - io l’ho trattato da burattino - Ha avuto l’esigenza di una riparazione che gli ho dato nel silenzio della notte in corso Venezia - quest’oggi passeggia in Galleria con un viso come le patate che cuoce la Nina e tutti domandano: ma quelli sono pugni, pugni. A me non ha sfiorato la pelle. \

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