L’«angolo delle occasioni» dei negozi Ikea, prima ancora di essere un luogo fisico, è un «deposito» dell’anima; dove lui e lei che - fino a un secondo prima - hanno litigato furiosamente su tutto, si rasserenano miracolosamente, come se si trovassero sulla montagnetta di Medjugorje: non a caso gli sconti praticati nell’«angolo delle occasioni» sono talmente alti che qualcuno li definisce, in modo blasfemo, «sconti della Madonna».
Attratti forse da questa dimensione «mistica» (che però gli inquirenti tenderebbero ad escludere ndr), un gruppo di impiegati «infedeli» dell’Ikea di Afragola (Napoli) avevano pensato bene di allargare, a dismisura, l’«angolo delle occasioni». Obiettivo: favorire parenti ed amici praticando loro sconti fino al 70%. Il giochetto era ingegnoso nella sua facilità (o facile nella sua ingegnosità, fate voi...): il parente o l’amico sceglieva la merce da acquistare e il complice Ikea, con un colpo di clic sul computer, inseriva il prodotto nel settore «angolo delle occasioni» (quello cioè riservato agli articoli «fallati» o «difettati»). Insomma, la furbata (leggesi, truffa) consisteva nell’applicare la dizione «fallato» o «difettato» a merce perfettamente integra che però, grazie a quel cartellino taroccato, veniva venduto a meno della metà del prezzo reale.
La dinamica dell’imbroglio era descritta ieri, con dovizia di particolari, su Il Mattino di Napoli che titolava: «All’Ikea truffa dei maxisconti ad amici e parenti: indagati 17 dipendenti». Diciamo subito che - se l’«inghippo» è venuto fuori quasi in tempo reale - il merito è proprio dei vertici dell’aziendali parte-nopea e parte-svedese che, appena sentito puzza di bruciato, hanno chiamato i pompieri, anzi i carabinieri. Di lì una serie di indagini e appostamenti che hanno incastrato la banda dei «prezzi stracciati»; ora, per tutti i 17 componenti della gang, c’è un bel avviso di garanzia con l’ipotesi di concorso in truffa aggravata ai danni di Ikea.
«Decisive le immagini ricavate all’interno del megastore alle porte di Napoli - racconta Il Mattino -. Semplice ma efficace il metodo usato: codici e parole d’ordine che deprezzavano i prodotti da vendere. Bastava così cambiare il codice e far risultare che un mobile era “senza vitiera“ o “in non perfette condizioni“, quindi farlo slittare in una sezione del negozio chiamata appunto “angolo occasioni“»; il tutto «mediante artifici e raggiri, consistiti nella fraudolenta sostituzione dell’etichetta di sconto».
Fondamentale - come già detto - la denuncia dei vertici dell’azienda Società Ikea Italia srl e l’acquisizione di alcuni filmati che immortalerebbero almeno una ventina di «manipolazioni» sospette. Ampia la casistica che sarebbe stata utilizzata dai presunti dipendenti infedeli: si va dalla formula «non in perfetto stato», all’articolo irrimediabilmente bollato come «rovinato». Sconti da capogiro, in alcuni giorni c’era la fila all’esterno di una sezione di Ikea, tutti in fila, ognuno con il proprio piccolo compitino da portare a casa. Un direttore alle vendite, qualche impiegato alla recovery, poi addetti alle vendite. In diciassette a finire sotto inchiesta, «tutti identificati mediante personale della sicurezza Ikea», si legge in calce all’informazione di garanzia appena notificata.
E non è tutto.
Come dire, l’affare si ingrossa: montarlo non è stato facile, ma smontarlo sarà ancora più arduo. Come nel caso di un cucina Stat; della linea Ikea, ovviamente.
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