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Impiccalo più in alto

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Non conosco nessuno che se incontra degli zingari non stia particolarmente attento al portafogli. Se una ragazza scorge una figura nell’ombra di un giardinetto pubblico, così pure, diventerà più guardinga se il tizio si rivelerà un extracomunitario, e un’anziana signora stringerà bene i cordoni della borsa se gli capiterà di viaggiare in metropolitana in mezzo a un gruppo di romeni. Prima che xenofobia, è statistica: la quota di extracomunitari implicati nella criminalità è più alta rispetto a quella degli italiani. Ciò posto, la frase del ministro guardasigilli «chi giudica deve tener presente il comune senso di giustizia che il popolo avverte» (Giornale di ieri) è ugualmente sbagliata e pericolosa. Il «comune senso di giustizia caro al popolo» è storicamente quello della forca, dei linciaggi, del giudizio sommario, qualcosa che tende a comminare carcerazioni sulla base di approssimazioni mediatiche. Se poi il magistrato che ha scarcerato un rapinatore albanese in Veneto si chiama Carlo Nordio, toga da tutti stimata e non propriamente un giudice sociologo, personalmente non ho dubbi sul fatto che il medesimo si sia limitato ad applicare la lettera della legge. Stesso discorso valga per la nomade romena accusata di aver tentato di sequestrare un bimbo, poi scarcerata e in parte scagionata. Il garantismo comporta dei rischi.

L’assenza di garantismo, molti di più.

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