La demenza è una condizione caratterizzata dal progressivo deterioramento dello stato cognitivo. Ciò comporta una compromissione delle varie funzioni cerebrali (memoria, linguaggio, ragionamento, capacità di orientamento) e un'alterazione della personalità e del comportamento.
In un nuovo studio guidato da Stanford Medicine e pubblicato su Nature, alcuni ricercatori hanno esaminato i referti sanitari degli anziani in Galles e hanno scoperto che le persone che avevano ricevuto il vaccino contro l'herpes zoster (fuoco di Sant'Antonio) avevano il 20% di probabilità in meno di ricevere una diagnosi di demenza nei sette anni succesivi rispetto a chi non era stato vaccinato.
Una seconda analisi condotta dallo stesso team e pubblicata su Cell ha poi rivelato che il vaccino potrebbe aiutare anche i pazienti già affetti da demenza, rallentando la rapidità con cui quest'ultima peggiora.
Cause e sintomi della demenza
Attualmente la demenza colpisce più di 55 milioni di individui in tutto il mondo e ogni anno vengono diagnosticati circa 10 milioni di nuovi casi. Numerose sono le cause del disturbo, anche se spesso esso è la conseguenza di patologie degenerative cerebrali, come il morbo di Alzheimer e la malattia a corpi di Lewy.
Il declino cognitivo può tuttavia dipendere da altre condizioni. Pensiamo, ad esempio, al morbo di Parkinson, alla corea di Huntington, all'infezione da Hiv. Ma non bisogna infine sottovalutare l'abuso prolungato di alcol e i danni cerebrali causati da ictus e traumi.
L'esordio della patologia è graduale. Uno dei sintomi più comuni è la perdita della memoria a breve termine. Altre manifestazioni sono: difficoltà a compiere azioni quotidiane, afasia, perdita del senso del tempo e dello spazio, aggressività, mancanza di inibizione. Ancora apatia, isolamento sociale, ansia, allucinazioni e depressione.
Cos'è l'herpes zoster
L'herpes zoster, noto anche come fuoco di Sant'Antonio, è un'infezione virale causata dalla riattivazione del virus della varicella. Dopo aver avuto quest'ultima da bambini, il patogeno rimane latente nei gangli nervosi spinali o craniali.
In età adulta esso può riattivarsi per vari motivi: indebolimento del sistema immunitario, vecchiaia, stress o altre condizioni che compromettono le difese dell'organismo.
L'herpes zoster si manifesta con un'eruzione cutanea (vescicole, bolle) che appare tipicamente lungo il percorso di un nervo e che comporta bruciore, dolore o prurito. Non mancano i sintomi sistemici, come febbre lieve, stanchezza e mal di testa.
Un esperimento naturale nel Galles
Per molti anni la maggior parte delle ricerche sulla demenza si è concentrata sull'accumulo anomalo di proteine nel cervello, incluse le placche e i grovigli caratteristici dell'Alzheimer. Tuttavia tali sforzi non sono riusciti ad individuare dei modi efficaci per prevenire o per fermare la malattia.
Gli scienziati hanno così rivolto l'attenzione ad altri possibili fattori, incluse le infezioni provocate da virus che nel tempo potevano danneggiare il cervello. Analisi precedenti a quelle attuali, mediante l'impiego di cartelle cliniche, avevano suggerito che i soggetti vaccinati contro l'herper zoster avevano meno probabilità di sviluppare il declino cognitivo. Però questi approfondimenti avevano delle limitazioni.
Un nuovo confronto
Recentemente gli studiosi della Standford Medicine hanno avuto l'intuizione di approfondire il programma nazionale di vaccinazione contro l'herpes zoster iniziato nel Galles il primo settembre 2013, secondo il quale si potevano vaccinare l'anno successivo solo chi in quella data aveva 79 anni. Dunque le persone con 80 anni o più erano escluse.
Il team ha quindi analizzato le cartelle cliniche di oltre 280mila anziani (71-88 anni) che all'inizio del programma vaccinale non erano affetti da demenza. Successivamente ha concentrato l'attenzione su gente i cui compleanni si collocavano appena ai lati della linea di ammissibilità e ha confrontato coloro che avevano compiuto 80 anni nella settimana precedente al primo settembre con quelli che li avevano compiuti la settimana successiva.
L'efficacia preventiva del vaccino
I ricercatori hanno poi monitorato gli esiti sanitari nei sette anni successivi. Il vaccino è stato in grado di ridurre il tasso di herpes zoster nel periodo di follow-up di circa il 37% tra coloro che lo avevano ricevuto.
Nel 2020, quando gli individui studiati avevano circa 86 e 87 anni, uno su otto aveva sviluppato la demenza. Tuttavia, tra coloro che erano stati vaccinati, la probabilità di una diagnosi di declino cognitivo era inferiore del 20% rispetto a chi non aveva fatto il vaccino.
Il vaccino rallenta la progressione della demenza
Gli stessi scienziati si sono poi chiesti se i benefici del vaccino fossero limitati alla prevenzione o se si estendessero anche a persone che già mostravano segni di declino cognitivo.
Analizzando ulteriori dati, sono giunti alla conclusione che i vaccinati contro l'herpes zoster avevano meno possibilità di ricevere una diagnosi di lieve compromissione cognitiva durante un periodo di follow-up di nove anni.
Sono poi stati esaminati i pazienti che all'inizio del programma vaccinale gallese soffrivano già di demenza. Tra questi chi aveva ricevuto il vaccino aveva una probabilità significativamente inferiore di morire per declino cognitivo nei successivi nove anni.
Benefici maggiori nelle donne
Gli effetti positivi del vaccino contro l'herpes zoster, come hanno notato gli studiosi, sono stati più consistenti nelle donne. Ciò potrebbe riflettere differenze biologiche nelle risposte immunitarie o differenze nel modo in cui la demenza prende avvio nei due sessi. In media le donne tendono a sviluppare risposte anticorpali più elevate dopo la vaccinazione.
Al momento i ricercatori non sanno ancora come il
vaccino possa fornire una protezione. Non è chiaro se esso funzioni stimolando ampiamente il sistema immunitario o mediante un percorso completamente diverso. Sono dunque necessari ulteriori approfondimenti.