Malattie cardiovascolari: il nuovo esame del sangue che ne prevede il rischio

Semplice ed economico, il nuovo test può essere uno strumento di prevenzione molto efficace

Malattie cardiovascolari: il nuovo esame del sangue che ne prevede il rischio

Per quasi 60 anni la misurazione dei livelli di colesterolo nel sangue è stato il metodo migliore per individuare gli individui ad alto rischio di soffrire di malattie cardiovascolari. Ora gli scienziati della Chalmers University of Technology (Svezia) e quelli dell'Università di Harvard (Stati Uniti) hanno scoperto che una combinazione di due marcatori lipoproteici, individuati con un semplice esame ematico, è in grado di fornire informazioni più accurate circa la possibilità di sviluppare un disturbo cardiaco. Lo studio è stato pubblicato sull'European Heart Journal.

Le malattie cardiovascolari

Le malattie cardiovascolari sono un gruppo di patologie a carico del cuore e dei vasi sanguigni. Nella maggior parte dei casi ad essere interessato è il sistema arterioso, con conseguente ostruzione parziale o totale delle arterie a causa delle placche aterosclerotiche.

Bisogna, però, ricordare che vengono considerate malattie cardiovascolari anche i difetti congeniti del cuore, l'insufficienza cardiaca, le valvulopatie, le varie forme di aritmia e i disturbi reumatici a carico del miocardio. Esse si dividono in patologie ischemiche cardiache (angina pectoris, infarto) e patologie cerebrovascolari (ictus ischemico ed emorragico).

I fattori di rischio sono sia non modificabili (sesso maschile, età superiore a 50 anni, familiarità) che modificabili (aterosclerosi, ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, diabete, obesità, fumo di sigaretta).

Colesterolo buono e colesterolo cattivo

Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, le malattie cardiovascolari sono la più importante causa di morte a livello globale. La maggior parte dei casi potrebbe essere prevenuta agendo su alcuni comportamenti deleteri, come il fumo di sigaretta, l'alimentazione malsana e l'inattività fisica.

Uno dei principali indicatori e fattori di rischio controllabili per le malattie cardiovascolari è il colesterolo alto nel sangue. Quest'ultimo è una sostanza essenziale per la generazione cellulare e per la produzione di alcune vitamine e ormoni. Tuttavia, quando i livelli sono alti, esso può accumularsi sotto forma di placche nelle pareti dei vasi sanguigni. Se una placca si rompe, si può formare un coagulo che va ad ostruire parzialmente o totalmente il vaso.

Il colesterolo e gli altri grassi vengono trasportati da particelle specializzate chiamate lipoproteine divise in quattro classi principali. Tre di queste hanno una proteina speciale sulla loro superficie, l'apolipoproteina B (apoB). Se presenti in eccesso, le lipoproteine depositano il colesterolo cattivo nelle pareti dei vasi sanguigni.

Al contrario, la quarta classe di lipoproteine aiuta a rimuovere il colesterolo in eccesso dal flusso sanguigno e lo trasporta nuovamente al fegato. Questo è il cosiddetto colesterolo buono.

L'attuale test per misurare il colesterolo

Quando si valuta il rischio a breve termine di malattie cardiovascolari, lo specialista deve determinare se i livelli di colesterolo cattivo sono abbastanza alti da essere dannosi. Attualmente ciò viene fatto mediante un analisi di sangue. Tuttavia, poiché il colesterolo non può circolare o provocare danni senza il suo trasportatore di lipoproteine, i ricercatori hanno deciso di concentrare l'attenzione sulla misurazione delle lipoproteine che trasportano il colesterolo cattivo.

In precedenza non era chiaro se due pazienti con lo stesso livello totale di colesterolo cattivo, ma che differiscono per alcune caratteristiche (tipo di lipoproteine, dimensioni, contenuto lipidico), avessero la stessa probabilità di sviluppare una patologia cardiovascolare. Lo scopo dello studio in questione era proprio quello di determinare l'importanza di questi diversi parametri.

Lo studio

Gli scienziati, attingendo alla Biobanca del Regno Unito, hanno analizzato campioni di sangue di oltre 200mila persone che non avevano una storia di malattie cardiovascolari al fine di misurare il numero e le dimensioni delle differenti lipoproteine. Hanno focalizzato l'attenzione sulle lipoproteine trasportanti una proteina chiamata apoB, presente su tutti i trasportatori di colesterolo cattivo.

Seguendo i partecipanti per un massimo di 15 anni, gli studiosi hanno esaminato quali tipi di lipoproteine erano maggiormente legati alla probabilità di scatenare futuri attacchi di cuore. Si è giunti alla conclusione che l'apoB è il miglior marcatore predittivo poiché, rispetto alle misure standard del colesterolo, esso consente l'esecuzione di un esame più accurato.

Ciò non significa che i test convenzionali siano inefficaci. Tuttavia, in circa un paziente su dodici, essi possono sottostimare il rischio delle patologie cardiovascolari.

Un altro indicatore chiave

Gli studiosi hanno quindi capito che il numero totale di lipoproteine del colesterolo cattivo è il fattore più importante da considerare quando si esegue il test per il rischio di future malattie cardiovascolari. Tuttavia dall'indagine è emerso che nella valutazione è fondamentale anche il ruolo della lipoproteina(a).

I suoi livelli sono geneticamente ereditati nella quasi totalità degli individui e rappresentano in media meno dell'1% di tutte le lipoproteine del colesterolo cattivo nella popolazione generale. Però, in alcuni soggetti, questi valori sono estremamente alti e ciò si traduce in una maggiore possibilità di ammalarsi.

Secondo gli scienziati i risultati dello studio indicano che la misurazione delle lipoproteine apoB, assieme a quella della lipoproteina(a), potrebbe

sostituire il test standard del colesterolo. L'esame del sangue per questi due marcatori è ora disponibile in commercio ed è altresì economico. Servolo solo ulteriori approfondimenti.

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