Inquinamento: all’Università un centro studi

Basta con allarmismi ingiustificati e titoloni apocalittici sull’inquinamento e le polveri. Questo il punto di partenza di professori e ricercatori che hanno presentato ieri all’università di Milano Bicocca il progetto Centro di Ricerca Polaris (POLveri in Ambiente a Rischio per la Salute). Realismo e metodo scientifico le basi, secondo Marina Camatini, direttrice del Centro, di un progetto ambizioso che mira, mettendo d’accordo mondo universitario, politica, attività industriale e sistema finanziario, a risolvere problemi, in particolare quello delle polveri. Il tutto consiste in una tavola rotonda, dove un pool di esperti e personalità nel campo medico, universitario e della ricerca si confrontano mettendo in comune le proprie conoscenze per trovare risposte oggettive ai problemi legati al rapporto ambiente-salute. Monitorando il territorio, con l’ausilio di mezzi tecnici all’avanguardia, forniti da aziende leader nel settore dei rilievi ambientali, il centro cercherà di colmare la mancanza di dati certi sull’inquinamento e soprattutto sull’incidenza e la pericolosità dell’inquinamento per la salute.
Giancarlo Cesana, direttore del dipartimento di medicina Clinica e Prevenzione, sottolinea l’assoluta infondatezza delle voci allarmistiche riguardo il problema polveri. «In realtà l’inquinamento non è aumentato» dice «non c’è oggi la possibilità di quantificarne la gravità e l’effetto sulla salute». Il Centro si prefigge di colmare queste lacune. Verranno prese in considerazione sia situazioni di inquinamento outdoor, all’aria aperta, che indoor (fabbriche e industrie) per cercare di affrontare il fenomeno a trecentosessanta gradi. Ad oggi hanno aderito al progetto nato in Bicocca, la Statale di Milano e l’università di Siena ma molti premono per partecipare. La copertura finanziaria è assicurata per i primi tre anni di lavoro ma ci sono contratti in via di conclusione e il sostegno della Regione Lombardia, assicurato dal sottosegretario alla Ricerca Adriano De Maio.

Tutto insomma sembra andare nella direzione giusta per trovare finalmente soluzioni valide al problema inquinamento. «Questo è», come sottolinea il magnifico rettore Marcello Fontanesi, «un esempio di università positiva». Ma purtroppo tra riforme poco riuscite e scandali rischia di passare in secondo piano e cadere nell’oblio.

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