Milano - Le notizie devono essere veloci, facili da trovare,
ma soprattutto "affidabili e verificate" sono quello che
chiedono i naviganti in Internet, che sempre più si rivolgono
alla rete per leggere le news, ma che nel 63% dei casi le
ritengono inaffidabili o dubbie.
Un marchio di garanzia E allora l’idea di avere una
sorta di bollino blu, un marchio di garanzia, nelle notizie
fatte dai giornalisti iscritti all’Ordine non dispiace a più di
un terzo di loro, cioè a circa 6 milioni di web-surfer.
È stato internet al centro del convegno organizzato
all’università cattolica dall’Ordine dei giornalisti della
Lombardia sul ’Futuro del giornalismò e non poteva che essere
così. Il presidente Fieg, Carlo Malinconico, ha ricordato che
la crisi del settore è grave e che la pubblicità sta andando
malissimo, tranne che su Internet dove cresce. Anche questo
spiega l’esposto che la federazione degli editori ha presentato
contro Google news all’autorità della Concorrenza.
La tesi degli editori è che il motore di ricerca guadagna
sulla pubblicità che vedono gli utenti ma non riconosce nulla a
chi ha messo in rete gli articoli che vengono cercati attraverso
il motore, anzi. Il fatto che ci siano link diretti agli
articoli e non alla home page, secondo il presidente degli
editori, fa saltare la pubblicità sul giornale.
Critiche agli aggregatori di notizie "Non trovo
corretto che chi crea un contenuto non si veda arrivare neanche
una briciola - ha detto Malinconico -, è scorretto anche
eticamente. Dobbiamo dire laicamente se ci devono essere regole.
E oggi le regole le fa chi gestisce e che guarda caso gestisce
anche la pubblicità". Google, presente, non ha replicato. La
responsabile comunicazione di Google Italia, Simona Panseri, ha
invece proposto un cambio di logica perchè quello che si deve
offrire in rete non è il giornale intero, ma la valorizzazione
delle singole notizie ("a cui si arriva - ha sottolineato -
magari attraverso un motore di ricerca"), impaginando il sito
in modo da fornire collegamenti con tutte le altre notizie che
hanno attinenza, sul modello di quanto fa youtube che offre
altri video da vedere.
Certo è che ora come ora internet appare irrinunciabile per
chi si occupa di informazione, come ha ammesso il direttore
della Stampa Mario Calabresi, secondo cui ai giornali
’tradizionalì resta soprattutto il compito dell’
approfondimento.
Sempre più lettori on line Un’indagine di Astra Ricerche, presentata oggi
al convegno, sottolinea che l’82,4% di chi naviga in rete guarda
ogni giorno le notizie online, mentre solo il 21,9% legge un
quotidiano con la stessa frequenza. La percentuale è di quelle
che fanno pensare, anche alla luce di un’altra risposta data
dagli 805 intervistati online a fine luglio da Astra Ricerche:
il 35% dei naviganti ha ridotto il ricorso ad altri mezzi di
informazione, come giornali o tv, da quando c’è il web. Di
queste circa 5,9 milioni di persone, 4,9 hanno rinunciato ai
quotidiano. Ironicamente però oltre la metà, il 53,9%, dei
web-surfer per avere notizie si rivolge alle edizioni online
proprio dei quotidiani (battute solo da portali generalisti o
siti raggiunti attraverso motori di ricerca che si attestano
intorno al 57%). Una piccola percentuale poi già ora paga per
avere notizie: abbonamenti online, servizi di informazione via
sms o singoli articoli, approfondimenti o la consultazione degli
archivi. In ogni caso l’uso di Internet per le notizie è in
aumento. Il 65% degli intervistati ha ammesso di servirsene più
quest’anno dell’anno scorso.
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