Interni

"Accolti 100mila, posti saturi". Piantedosi smonta le balle dei talebani dell'immigrazione

Il sistema di accoglienza italiano dei migranti è al collasso: ci sono 100mila persone dei centri preposti. Piantedosi si appella all'Europa

"Accolti 100mila, posti saturi". Piantedosi smonta le balle dei talebani dell'immigrazione
Tabella dei contenuti

Informativa in Senato sui migranti per il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. Il braccio di ferro con la Francia per la Ong Ocean Viking e la fermezza contro le navi che operano nel Mediterraneo, ha acceso un faro sulla necessità di governare al meglio i flussi di ingresso a livello europeo. "La priorità assoluta è la tutela della dignità delle persone. Questa è la lente attraverso cui mettere a fuoco le decisioni dell'Esecutivo a cui spetta il compito di governare i flussi migratori", ha esordito il ministro nella sua informativa.

Piantedosi indica l'indirizzo del governo

Spegnendo le polemiche della sinistra e, soprattutto, in risposta agli attacchi provenienti dalla Francia, Matteo Piantedosi ci ha tenuto a sottolineare che "gli indirizzi del governo sulle politiche migratorie sono chiari e la priorità assoluta è la tutela della dignità della persona". In questa direzione si muove l'esecutivo di Giorgia Meloni e, soprattutto, Matteo Piantedosi, che ci ha tenuto a ribadire come il nostro Paese, da sempre in prima linea per l'accoglienza, conosce bene "il significato di dignità, anche come parametro di condotta. L'attenzione alla dignità non può fermarsi alle soglie dei centri di accoglienza". Matteo Piantedosi ha ringraziato chiunque, a livello sanitario e di polizia, lavori quotidianamente per gestire gli arrivi dei migranti, sia via terra che via mare. Ma l'accoglienza e l'umanità dell'Italia non devono essere confuse con la libertà d'azione senza regole. "In Italia non si entra illegalmente: la selezione di ingresso non la faranno i trafficanti umani", ha detto con fermezza il ministro.

"Quella dell'immigrazione è una sfida epocale"

Il ministro si è poi rivolto all'Europa, sottolineando che quella dell'immigrazione è una sfida epocale, "che non può essere affrontata dai singoli: è arrivato il tempo che l'Europa sviluppi una grande politica per le migrazioni". Un appello che si rifà a quanto l'Italia chiede da anni, con particolare intensità con l'arrivo dell'esecutivo di centrodestra. Una considerazione logica davanti ai numeri che il governo si è trovato al suo arrivo, con 90mila ingressi da gennaio 2022, "il 60% in più rispetto allo stesso periodo del 2021. Un dato che incide pesantemente sul sistema di accoglienza già provato dagli arrivi di profughi in fuga dalla guerra dall'Ucraina".

Piantedosi ha spiegato che "in uno scenario internazionale già saturo di conflitti e tensioni, la forte ripresa dei flussi migratori diretti in Europa attraverso il Mediterraneo risente di cause geopolitiche relative ai persistenti squilibri tra paesi avanzati e Paesi in via di sviluppo". E l'Italia sta raggiungendo la saturazione di tutti i suoi centri d'accoglienza, dove si trovano complessivamente circa 100mila persone. E c'è stato anche un aumento dei richiedenti asilo, che nel 2022 sono stati 69mila: "Il 56% in più rispetto allo scorso anno. Ed il 57% di quelle esaminate si sono concluse con i diniego; significa che la maggioranza dei migranti che arrivano in Italia è spinta da motivazioni economiche e non ha titolo di restare qui".

"Il ricollocamento volontario non funziona"

Il ministro dell'Interno ha poi fatto un passaggio su una delle osservazioni che più spesso sono state rivolte dalla francia all'Italia negli ultimi giorni, ossia che il nostro Paese è il principale fruitore dei mezzanismi di solidarietà europea, tra fondi e ricollocamenti. Ma Matteo Piantedosi ci ha tenuto a spiegare che, in realtà, dall'inizio dell'anno solo poco più di 100 migranti hanno lasciato l'Italia. La forma volontaristica del meccanismo di redistribuzione dei migranti, infatti, "non riesce a decollare, serve una nuova politica europea realmente basata sul principio di solidarietà", ha proseguito il ministro. Dei migranti arrivati in Italia, rimarca Piantedosi nella sua informativa, "ne sono stati trasferiti 117 a fronte di una disponibilità di 8 mila manifestata da 13 Paesi".

Davanti a questi numeri, Matteo Piantedosi ha puntato il dito contro chi accusa l'Italia di non rispettare i patti: "L'Italia non è mai venuta meno alle sue tradizioni di solidarietà e accoglienza ma bisogna ammettere senza ipocrisie che l'accoglienza ha un limite invalicabile nella capacità dello Stato che accoglie di garantire una integrazione concreta ed efficace coniugando sicurezza, legalità e coesione sociale".

Il nodo delle Ong e il caso "Ocean Viking"

Matteo Piantedosi ha affrontato il nodo centrale dell'informativa, la gestione delle Ong, snocciolando punto per punto l'azione del governo nei giorni precedenti e le sue direttive nei confronti delle navi delle organizzazioni non governative. In particolare, Matteo Piantedosi ha posto il focus sulla nave Ocean Viking, l'unica delle quattro operanti nel Mediterraneo tra ottobre e novembre, che non è entrata in Italia.

"La nave Ocean Viking, battente bandiera norvegese ha operato dal 22 al 26 ottobre, con ben sei interventi su più di 200 migranti, nei confronti di questa nave il 24 ottobre con una nota verbale del nostro ministero degli Esteri sollecitando la Norvegia a compiere ogni azione necessaria per l'individuazione di un posto sicuro per i migranti", ha detto il ministro nella sua esposizione. Quando, poi, la nave ha lasciato la sua posizione, l'ha fatto senza ricevere indicazioni dal nostro Paese: "La Ocean Viking non è mai entrata in acque italiane ed ha deciso autonomamente di dirigersi verso le coste francesi".

Quindi, Matteo Piantedosi ha ribadito il concetto che "non può essere un soggetto privato" come le navi delle Ong "a scegliere il Paese in cui far sbarcare i migranti". Un elemento, questo, che in più occasioni il governo italiano ha portato all'attenzione dell'Europa. Ma il ministro dell'Interno italiano ci ha tenuto a evidenziare, nella sua informativa, il dato reso noto da Frontex, che conferma quanto sospettato da più parti, ossia che la presenza nel Mediterraneo delle navi delle Ong rappresenta un fattore di attrazione, il cosiddetto "pull-factor" per i migranti e per gli scafisti.

"La presenza delle navi Ong nel Mediterraneo, in prossimità delle coste libiche, continua a rappresentare un fattore di attrazione sia per i migranti, sia per i trafficanti di uomini", ha detto il ministro in un'aula quasi vuota.

Commenti