"Adesione solo al 5%". Ecco tutti i numeri flop dello sciopero generale

Landini e Bombardieri gridano alla vittoria per la presunta elevata adesione all'astensione dal lavoro: in realtà i dati metterebbero in luca una realtà un po' diversa

"Adesione solo al 5%". Ecco tutti i numeri flop dello sciopero generale
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Cgil e Uil esultano per l'"ottima riuscita" dello sciopero generale di oggi, parlando di un'adesione che sarebbe stata "di oltre il 70 per cento e mezzo milione di persone sono scese in piazza, nelle oltre 43 manifestazioni pacifiche e democratiche". In realtà, tracciando un bilancio a fine giornata, le dichiarazioni di giubilo pronunciate dai due leader sindacali Landini e Bombardieri sembrerebbero un po' scontrarsi con la verità numerica dei fatti. I leader che si sono "accodati" all'astensione totale dal lavoro di otto ore (quattro per quanto riguarda i trasporti) sono stati infatti un po' troppo precipitosi nel cantare vittoria, mentre si trovavano rispettivamente a Bologna e a Napoli.

In serata, infatti, un comunicato ufficiale del ministero dell'Istruzione e del Merito, ha diramati i dati definitivi - riferenti alle competenze del dicastero guidato da Giuseppe Valditara - trasmessi da tutte gli istitututi scolastici sparsi sul territorio italiano: "L'adesione allo sciopero generale per il comparto scuola, indetto da Cgil, Uil e sindacati di base, è stata del 5,65% - recita la nota del Mim -. Più in particolare, per i dirigenti scolastici l'adesione è stata dell'1,5%, per i docenti del 5,54%, per il personale Ata del 6,35%".

L'esaltazione di Landini, in particolare, è stata frenata successivamente anche dalla vicepresidente vicario del Gruppo della Lega al Senato, Mara Bizzotto, che ha dichiarato: "Landini dà i numeri, peccato corrispondano solo al 7% degli iscritti ai due sindacati, e non dimentichiamo che anche altre sigle minori e la solita sinistra erano interessate. Anche stavolta - aggiunge la senatrice del Carroccio -il flop di uno sciopero esclusivamente politico è chiaro: una mancata adesione che evidenzia come le motivazioni siano inesistenti e la precettazione la cosa giusta da fare. Un'altra conferma dell'operato del governo nella giusta direzione".

Un flop che, oltre al "mero" risultato enunciato dai numeri ufficiali, è stato plasticamente mostrato dai (sostanziali) pochissimi disagi che hanno riguardato per esempio il trasporto pubblico locale, che avrebbe dovuto teoricamente paralizzare il traffico delle metropoli. Nel complesso, si sono registrate poche difficoltà di spostamento a Roma dove - a quanto risulta dal sito Atac - è proseguito regolarmente il servizio su tutte le linee (A, B/B1 e C) e sulla Termini-Centocelle fin dalla prima mattina. Sono state chiuse per poche ore le stazioni della metro A Spagna, Repubblica, Manzoni, Re di Roma e Furio Camillo, dove i treni sono passati senza fermarsi.

A Milano la M3 (la linea gialla) ha chiuso dopo le ore 9 e ha riaperto dalle 13 in avanti, mentre la M2 (verde) è sempre in servizio, seppur con maggiori tempi di attesa. M1 (rossa), M4 (blu) e M5 (lilla) sono sempre rimaste aperte. Chiusure contenute anche a Napoli, con le Funicolari di Mergellina e Montesanto che sono invece state regolarmente aperte.

Dalla Campania, poi, arriva la notizia di una Capri che ha vissuto un giorno come gli altri, visto che i dipendenti per la stragrande maggioranza (quasi al 100%) hanno deciso di non seguire le indicazioni dei due grandi sindacati nazionali. Insomma, doveva essere un venerdì nero: invece, per "rivoltare il Paese come un guanto", c'è ancora un bel po' di tempo.

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