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"Ai giovani non servirà". Così la Fornero disprezza la casa

L'ex ministro del governo Monti lancia l'offensiva: "In Italia trattamento fiscale tra i più generosi. La proprietà è molto elevata tra gli anziani. Cosa se ne faranno i giovani?"

"Ai giovani non servirà". Così la Fornero disprezza la casa

Sembra un copione già visto, che ci porta indietro di diversi anni e che in effetti mostra delle congruenze con l'epoca del governo guidato da Mario Monti. L'ultima offensiva di Elsa Fornero è sulla casa, al termine di un preambolo di critica al Superbonus sia per la non sostenibilità della misura all'origine sia per il modo con cui ora l'esecutivo di Giorgia Meloni ha deciso di agire con l'intento di mettere al riparo i conti pubblici.

L'ex ministro del Lavoro, intervenuto sulle colonne de La Stampa, ha denunciato che l'incentivo per efficientare gli edifici si è rivelato troppo costoso per lo Stato e che a beneficiarne sono stati in particolar modo i benestanti piuttosto che i poveri. La sua ammonizione non si è limitata solo al campo dell'impatto sulla finanza pubblica ma è andata oltre: ha riconosciuto che il Superbonus era nato con l'obiettivo di sostenere la ripresa economica del nostro Paese puntando sul settore dell'edilizia, facendo però una annotazione di non poco conto.

Fornero infatti ha scritto nero su bianco che il nostro tasso di proprietà (al 73% circa) è "di gran lunga superiore a quello della Germania e della Francia". A tal proposito ha posto l'attenzione sul fatto che "l'Italia è tra i Paesi in cui il trattamento fiscale sulla casa è tra i più generosi". A suo giudizio siamo di fronte a uno "squilibrio generazionale" in quanto la proprietà "è molto elevata tra le classi di età anziane" e "molto meno tra quelle giovani".

Non solo ha sottolineato che "spesso hanno abitazioni di dimensioni eccessive rispetto ai loro bisogni" in riferimento alla prima categoria sopracitata: subito dopo ha avanzato una domanda riguardo a cosa se ne faranno i giovani di una casa che riceveranno in eredità a un'età già avanzata. "Sono sempre meno numerosi e con prospettive occupazionali risicate", ha fatto notare.

Va bene mettere nel mirino l'eccessiva generosità dello sconto del 110%. È giusto mettere in rilievo l'onda di abusi e truffe che si è palesata alla luce di controlli evidentemente poco adeguati alla portata. Ma la domanda sorge spontantea: per quale motivo Elsa Fornero ha ritenuto così indispensabile citare l'alto tasso di proprietà del nostro Paese e interrogarsi su quale sarà il futuro delle case una volta che finiranno in eredità ai giovani?

La fissa per la casa di certo non è una novità. Proprio pochi giorni fa a Di Martedì aveva sostenuto che la casa è da intendere come la forma principale di ricchezza degli italiani. "Forse avremmo dovuto fissare un livello più grande. Ma quello era: 'tassiamo i ricchi per cercare di tenere qualcosa su chi ha di meno'", aveva dichiarato.

Davvero attingere dalle tasche degli italiani rappresenta l'unico modo per fare cassa? La sinistra non conosce altre ricette e propone sempre lo stesso menu.

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