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"Diritti a rischio". Anche Zan in soccorso della Schlein

Dopo la sardina Mattia Santori, ecco il padre del ddl contro la libertà di espressione: "Serve una leadership femminile e femminista"

"Diritti a rischio". Anche Zan in soccorso della Schlein

La battaglia mediatica è già iniziata in vista del congresso del Partito Democratico e i vari esponenti stanno scegliendo che squadra tifare. Dopo aver incassato l’appoggio di Mattia Santori, deus ex machina delle Sardine, Elly Schlein può contare sul sostengo di un altro dem sempre in prima linea: parliamo di Alessandro Zan.

L’endorsement del padre del ddl contro la libertà di espressione è arrivato in diretta Instagram proprio con la Schlein: "Con la sua candidatura alla segreteria ho notato un cambio passo nell'approccio alle persone, nei toni, nell'approccio politico alla green economy, ai diritti e al lavoro. Per me sono aspetti importanti [...] Serve una leadership femminile e femminista". La 37enne di Lugano ha ringraziato con un ventaglio di promesse: “Diritti sociali e civili sono inscindibili. Chi fa benaltrismo, non li vuole. Né l'uno né l'altro. Noi ci candidiamo a tenere insieme questi grandi temi e darci un'identità chiara. Veniamo da una sconfitta durissima, questa è una fase di ricostruzione dell'identità”.

Zan in soccorso della Schlein

L’appoggio alla Schlein è stato confermato anche ai microfoni di Repubblica. Il paladino del mondo Lgbt s’è detto certo delle possibilità di vittoria della collega dem – “non sottovaluterei la voglia di cambiamento che c’è nel popolo di centrosinistra”. Per Zan la sinistra ha bisogno di un cambio di passo e l’ex attivista di OccupyPd rappresenta la leadership femminile e femminista ideale: “Tra gli iscritti dem c’è anche molta voglia di uscire dalle vecchie logiche. Ho stima per Bonaccini, ma al Pd occorre un cambiamento vero. Dobbiamo lanciare un messaggio comprensibile e netto su lavoro, transizione ecologica e diritti. Chi fa una gerarchia tra queste questioni non ha capito che sono interconnesse, perché senza gli uni non ci sono gli altri”.

Non poteva mancare il j’accuse a tinte arcobaleno, per Zan il governo Meloni insidia tutti i diritti:“Quando una persona viene discriminata per orientamento sessuale e identità di genere o perché è in condizione di povertà, è spinta a una lotta per la sopravvivenza che toglie diritti e innesca una deriva pericolosa verso una società disgregata, meno coesa, meno felice”. Nel calderone anche la manovra economica, rea – sempre secondo il dem – di aumentare le disuguaglianze, saltando di punto in bianco dall’indigenza alla professoressa trans emarginata.

Con buona pace della logica.

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