Parlamento

"Stabilite i colpevoli senza prove". Così Meloni smonta gli sciacalli su Cutro

Il presidente del Consiglio sferza il Partito democratico sulla tragedia dei migranti: "In uno Stato di diritto sono le prove che fanno i colpevoli, non i colpevoli che definiscono le prove"

"Avete stabilito i colpevoli senza prove". Così Meloni smonta gli sciacalli su Cutro

La sinistra ha colto al balzo la tragedia di Cutro per propinare ancora una volta le solite accuse nei confronti del governo, che una parte delle opposizioni ha aspramente criticato per quanto avvenuto al largo delle coste calabresi. Tutto ciò si è trasformato in un boomerang per il Partito democratico, che oggi al Senato ha sfoderato l'ennesimo atto d'accusa all'esecutivo ricevendo però una risposta da Giorgia Meloni che di fatto ha messo a tacere le convinzioni della galassia rossa.

L'attacco del Pd

Ad alimentare il dibattito è stato il richiamo a un passaggio dell'editoriale di Pier Paolo Pasolini sulle colonne del Corriere della Sera - dal titolo Cos'è questo golpe? Io so - con cui il 14 novembre 1974 si era espresso sulle stragi di quel periodo. A farlo è stata Tatjana Rojc, senatrice del Pd, che in riferimento al dramma di Cutro ha citato proprio lo scrittore italiano: "Ancora nulla sappiamo ma, come dice Pasolini, tutti sappiamo ma non abbiamo ancora le prove. Comunque la verità verrà a galla".

Meloni smonta gli sciacalli

La presa di posizione dell'esponente del Partito democratico è stata fortemente contestata da Giorgia Meloni che, intervenuta in sede di replica nelle comunicazioni a Palazzo Madama in vista del Consiglio europeo, non le ha mandate a dire e ha respinto con forza l'applicazione del "teorema Pasolini" portato avanti dalla senatrice Rojc: "Questa è l'idea di giustizia che in questa Nazione hanno alcuni. Perché in uno Stato di diritto sono le prove che fanno i colpevoli, non i colpevoli che definiscono le prove".

A quel punto il presidente del Consiglio ha fatto notare che l'esternazione della parlamentare dem ha confermato il modo di agire del partito: "Voi avete stabilito i colpevoli senza avere le prove, perché non esistono prove che il governo italiano potesse fare di più". Non a caso ha voluto sottolineare che quotidianamente il nostro Paese garantisce operazioni di soccorso e salvataggio, negando dunque che la disgrazia avvenuta a Cutro sia stato frutto quantomeno di negligenze.

La risposta di Meloni è stata veemente e non ha previsto mezzi termini: la sua voce è salita di tono e per l'occasione ha riproposto un suo celebre argomento dialettico. "Io sono una madre, collega. Sono una madre... Per cui vi prego, cerchiamo di mantenere i toni del dibattito", ha scandito a chiare lettere invitando a moderare il linguaggio dell'accusa. Infine ha ribadito di avere la coscienza "a posto".

L'immagine dell'Italia all'estero

Al Senato il presidente del Consiglio ha ovviamente incassato le critiche da parte delle opposizioni, ma ha chiesto di limitare le polemiche all'operato dell'esecutivo senza danneggiare l'immagine dell'Italia all'estero.

Su questo punto ha individuato un limite che in effetti non andrebbe mai oltrepassato: "Il limite oltre il quale, per colpire un avversario, si mette in cattiva luce la Nazione intera, gettando ombre addirittura sugli uomini e le donne della nostra Guardia costiera e sulle nostre Forze dell'ordine, che invece dobbiamo ringraziare".

Commenti