Dalla Camera via libera all'Italicum. Ora la parola passa al Senato

Con 365 voti a favore (la maggioranza richiesta era 261) Montecitorio approva la riforma elettorale. Il premier su Twitter: "Politica 1-Disfattismo 0". Dure proteste dall'opposizione

La protesta del M5S al termine della votazione sull'Italicum alla Camera
La protesta del M5S al termine della votazione sull'Italicum alla Camera

Con 365 voti favorevoli (la maggioranza era 261) la Camera dei deputati ha detto sì all'Italicum. I voti contro sono stati 156, gli astenuti 40. Ora il testo della legge elettorale passa al vaglio del Senato. Alla votazione ha partecipato il governo al gran completo, è rimasta vuota solo la sedia del presidente del Consiglio. Dopo il voto, dai banchi di Pd e Fi si è levato un lungo applauso. Proteste, invece, dai gruppi dell'opposizione. Pochi minuti dopo il voto il presidente del Consiglio Matteo Renzi manifesta la propria soddisfazione. Lo fa scrivendo su Twitter: "Grazie alle deputate e ai deputati. Hanno dimostrato che possiamo davvero cambiare l’Italia. Politica 1-Disfattismo 0. Questa è #laSvoltabuona". Anche il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, ha affidato a un cinguettio il proprio commento: "Primo vero risultato alla Camera: oggi, dopo 8 anni, è stata approvata una nuova legge elettorale. Da subito avanti con la riforma del senato e il Titolo V".

Roberto Speranza, capogruppo Pd, nella sua dichiarazione di voto a favore ha sottolineato che "siamo qui perché il cambiamento è possibile e con questo voto vogliamo dimostrare che facciamo sul serio. Con questo voto avviamo il treno delle riforme, la legge sarà valida solo per la Camera e penso che questo sia il punto politico più rilevante, è l’impegno solenne di questo Parlamento a fare le riforme che il paese aspetta: basta parole, vogliamo il superamento del bicameralismo e dobbiamo subito impegnarci per l’approvazione di quel provvedimento - ha aggiunto Speranza - per la riduzione dei parlamentari. Non più solo parole ma fatti che ci consentono di dire agli italiani che la politica ce la può fare".

Forza Italia vota sì ma annuncia che in Senato "non accetterà altri accordi al ribasso" sul testo. "Non staremo sereni fino a quando non vedremo l’ultimo sigillo sul testo" dice il deputato Massimo Parisi. "Abbiamo acconsentito a norme" che non
convincono in pieno e "accantonato questioni a noi care. Non è la legge che avremmo voluto, ma la votiamo senza avere in cambio poltrone e senza aver chiesto niente se non il rispetto"
. L’esponente di Forza Italia ha respinto le critiche
sull’assenza delle preferenze e sulle soglie di sbarramento. "Non è una limitazione della democrazia, perché le preferenze non ci sono anche in altri paesi europei. Le soglie - ha concluso - non cancellano la democrazia, perché vorrebbe dire che non c’è democrazia in Francia o in Germania".

Il Nuovo Centrodestra vota sì ma la "nostra fiducia" accordata al premier sulla legge è "collegata al suo impegno a riparare al Senato le incongruenze" finora emerse. Lo dice la capogruppo di Ncd alla Camera, Nunzia De Girolamo. "Il bicchiere mezzo vuoto" della legge "riguarda l’assenza ricorso a preferenze per scegliere i parlamentari" e, per questo "ci auguriamo delle modifiche al Senato. Chi ha paura della voce del popolo?", spiega De Girolamo sottolineando che, "con le preferenze,
anche le questioni di genere avrebbero trovato una soluzione dinamica e positiva".

Nettamente contrario il noto del Movimento 5 Stelle. "Questa legge elettorale voluta da Renzi, Alfano e Berlusconi è un’orrenda schifezza che fa male al paese e peggiora il livello della democrazia", dice in aula il deputato M5s Danilo Toninelli annunciando il no del suo gruppo all’Italicum. "È una legge incostituzionale perché ha un premio di maggioranza abnorme. Questa è la dittatura di un capo è l’omicidio della democrazia. Noi vogliamo un parlamento dove i parlamentari sono liberi e autonomi: a noi non serve la dittatura, ma la partecipazione di tutti, voi volete sudditi ignoranti da poter manipolare a vostro piacimento". "Questo sistema democratico - prosegue - non funziona, il ruolo cittadino è troppo debole, il cittadino è diventato inerme vittima. Assieme al porcellum - dice ancora - siete stati cancellati dalla corte ma non lo volete ammettere violate le regole e create un superporcellum, o pregiudicatellum, una legge peggiore della recente dove i cittadini valgono zero e il voto delle persone è inutile".

Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ha espresso il voto contrario: "Sono tre i motivi per i quali tutto l’arco costituzionale rappresentato in questo Parlamento ha sempre definito una porcata la legge elettorale precedente. La prima ragione: il rischio di una maggioranza differente tra i due rami del Parlamento. Cosa accade con l’Italicum? La stessa cosa. Per cercare di mettere tutto insieme si è fatto un bizzarro accordo secondo cui entrerà in vigore solo per la Camera presupponendo che il Senato verrà modificato. Ci vorrà dunque del tempo. Il rischio è che noi avremo una legge elettorale per eleggere i deputati mentre per il Senato continuerà a essere in vigore il sistema pre-Porcellum, avallato dalla Corte Costituzionale. Quindi, non cambia nulla. La seconda ragione per cui è stata definita porcata - prosegue Meloni - e che ha determinato la bocciatura da parte della Consulta, è il rischio di determinare un’eccessiva differenza tra il numero dei voti e il numero dei parlamentari che si andava a eleggere. Il meccanismo di attribuzione è un’alterazione del principio democratico di uguaglianza del voto. Si è preferito garantire la governabilità a scapito della rappresentatività. Secondo la Consulta era necessario introdurre la soglia minima per evitare l’eccessiva distanza tra i voti effettivamente presi e i seggi conquistati".

"La legge si giudicherà dall’odore, e questa legge impesterà tutto il Paese", dice Gennaro Migliore, capogruppo di Sel. "L’Italicum mi ricorda il titolo di un saggio di Arbasino, 'Un paese senza«' Se dovessi descriverla è una legge elettorale senza, cioè senza parità di genere, senza la possibilità di scegliere perché ci sono le liste bloccate, senza milioni di cittadini inchiodati dalla soglia dell’8% e da una soglia altissima anche per le coalizioni, senza rappresentanza adeguata in Trentino Alto Adige,
senza rappresentanza del territorio, senza il conflitto d’interesse, senza le primarie. Una legge, ha aggiunto mentre i deputati di Sel mostravano la Costituzione, senza costituzionalità. L’unica cosa che ha - ha concluso - è l’accordo Renzi-Berlusconi, che resterà il marchio, l’unico ricordo (spero non indelebile) di questa legge".

"Non parlerei di complotti. Sembrerà strano a Renzi ma c’è gente che non sa cosa voglia dire complotto. Il segretario farebbe bene invece a ringraziare i deputati perché nonostante problemi molto seri e obiezioni il gruppo ha tenuto". Così Pier Luigi Bersani interpellato dai cronisti a Montecitorio dopo l’approvazione dell’Italicum. "Sono venuto qui a fare il mio dovere - ha detto l’ex segretario riferendosi al voto sulla riforma elettorale -.

Le riforme devono partire ma questa legge va migliorata e non solo sulla parità di genere. Capisco le intese e gli accordi, ma non capisco perché Berlusconi deve avere l’ultima parola, non c’è nessuna ragione perché debba avere l’ultima parola".

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