Mohammad Hannoun è stato arrestato con l’accusa di essere il volto della cupola di Hamas in Italia. Ma se la maggior parte dei cittadini sono indignati, la maggioranza ne prende le distanze e la sinistra resta in silenzio, c’è chi esprime solidarietà e vicinanza al giordano arrestato con altri suoi 8 collaboratori. Tra loro l’immancabile Davide Piccardo, autore e gestore del sito “La Luce” che posta una foto con Hannoun fatta con l’Ia: “Siccome non avevo una bella foto con Mohammed Hannoun me ne sono fatta fare una dall'AI. Nel 1994 se non sbaglio, quando avevo 12 anni, mio padre mi lasciò a Genova con alcuni fratelli tra i quali Hannoun, perché doveva andare a fare qualcosa che non ricordo. Mi portarono con loro dal notaio per la costituzione dell'ABSPP. In questi 30 anni L'ABSPP ha sostenuto migliaia di famiglie palestinesi vittime dell'occupazione e del genocidio israeliano. Ha nutrito e vestito gli orfani di una delle più infami occupazioni coloniali della Storia. C'è chi come i politici al governo finanzia e difende i genocidi e chi nutre le vittime, io sto con i secondi”.
Insomma, una bravissima persona da cui trarre esempio, non un uomo accusato di aver dirottato su Hamas raccolte fondi benefiche effettuate tramite la propria rete associativa. Poi il musulmano Saif Eddine, che si definisce “opinionista islamico” e che scrive un post dal titolo “quando la giustizia è telecomandata”: “Diverse persone sono state arrestate ed accusate senza aver commesso alcun reato in Italia: né crimini di natura delittuosa, né finanziaria, né ideologica. La loro unica colpa sembra essere stata quella di essere oggetto di indagini da parte di uno Stato estero, in particolare Israele, che ha fornito informazioni sui loro nomi e sulle loro attività legate a presunti reati avvenuti all’estero”.
La difesa di Hannoun, non solo da parte di Eddine, è che, avendo Israele collaborato nelle indagini, il materiale sia tutto frutto di una propaganda orchestrata ad arte. Ma questo non solo svilisce l’enorme lavoro messo in atto dal nostro apparato di intelligence, dalla Digos, da Polizia e Guardia di Finanza, ma dimostra anche che le carte non sono state lette e che tanti elementi vengono forniti dagli stessi indagati che, intercettati, ammettono di aver visto o parlato con ex capi di Hamas. Così come si sente Hannoun che in macchina ascolta una canzone che inneggia al 7 ottobre. Ma le indagini vanno lette e studiate. Stessa retorica utilizzata dal predicatore amico di Shahin, Brahim Baya, volto islamico del capoluogo piemontese: “Le uniche “prove” richiamate sono materiali prodotti dall’esercito israeliano, peraltro parziali, non verificabili e mai forniti integralmente agli atti. È su questa base che si sono giustificati arresti, misure restrittive e una criminalizzazione politica senza precedenti”.
Poi il comitato “Si Cobas Torino” (Sindacato Intercategoriale): “Si prova a criminalizzare tutta la popolazione che ha fatto manifestazioni e sciopero contro il genocidio palestinese e specialmente alcuni dei principali rappresentanti di queste iniziative di massa ormai addirittura additate come "mobilitazioni al terrorismo islamico". A gridare allo scandalo anche i Giovani palestinesi Italiani, gli stessi che hanno organizzato la piazza che inneggiava al 7 ottobre, e L’Udap (Unione democratica arabo palestinese), gli stessi che hanno organizzato quasi ogni corteo con Hannoun. E ieri, anche con “Cambiare rotta” hanno organizzato un presidio davanti al carcere genovese, il Marassi in cui è detenuto Hannoun gridando una frase gravissima “Meloni fascista, sei tu la terrorista”.
E, ancora, il gruppo Carc, il nuovo partito Comunista, e “Patria socialista”, il centro culturale “Collettivo 26x1”, “Assopace Palestina”. Una fittissima rete di solidarietà fatta soprattutto da gruppi ProPal estremamente organizzati e dalle frange della sinistra extraparlamentare più estrema.