Chef Rubio, i Carc, la "clandestinità" e la delazione: così si muove il (nuovo)Pci

Le liste di proscrizione non sono l'unico metodo in mano al (nuovo)Pci, che invita i "compagni" a riferire i nomi dei "sionisti" e agire con operazioni di lotta

Chef Rubio, i Carc, la "clandestinità" e la delazione: così si muove il (nuovo)Pci
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Il (nuovo) Partito Comunista Italiano, che in questi giorni è salito alla ribalta per la "lista di proscrizione" contro i "sionisti" in puro stile Anni di piombo, ha il supporto di sigle quanto meno discutibili legate all'estremismo di sinistra. Un estremismo che guarda con nostalgia proprio agli bui dell'Italia, che vorrebbe importare in Europa il comunismo in purezza, quello dal quale i popoli dell'Est hanno faticato ad affrancarsi. Ed è bene sottolineare che la "lista di proscrizione" recentemente emersa non è una novità, perché da tempo questo partito, che si fregia di godere di uno status di "clandestinità".

In un recente manifesto pubblicato sui social, poi, il (nuovo)Pci si è esposto in favore di Gabriele Rubini, noto come Chef Rubio, che lo scorso 4 agosto, ha parlato sul palco di Pontedera durante un evento dei Carc, il partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo. In quel contesto, davanti a un manipolo di persone, riferendosi ai giornalisti, l'ex cuoco televisivo ha dichiarato: "Loro devono avere paura ad andare al lavoro ogni giorno, loro devono temere per l'incolumità dei loro figli e delle loro figlie". Una minaccia che ha sollevato molte polemiche bipartisan ma che ha trovato l'appoggio del (nuovo)Pci che, al contrario, "fa proprio l’appoggio alla resistenza palestinese espresso durante la Festa della Riscossa Popolare (FRP) organizzata a Pontedera (Pisa) dal Partito dei CARC".

Anzi, dal (nuovo)Pci dichiarano che "l’incitazione di Gabriele Rubini a tenere il fiato sul collo ai giornalisti complici e tifosi del genocidio in corso a Gaza, ha suscitato le ire di pennivendoli, avvocati e traffichini vari affiliati o a libro paga dei vari organismi della criminale entità sionista operante in Italia". Quindi, proprio sull'orma di quella minaccia, nel loro manifesto invitano i sostenitori a "espandere e moltiplicare le azioni che additano i complici, nel seno dell’apparato mass-mediatico italiano, del genocidio in corso nella Striscia di Gaza e tengono loro il fiato sul collo". E questo, dicono, "è un modo efficace per contrastare, respingere e neutralizzare attacchi come quelli seguiti all’iniziativa del 4 agosto a Pontedera".

Per riuscire nel loro intento, fanno "appello ai compagni che leggeranno questo Comunicato a segnalare al Partito le coordinate e i riferimenti di altre redazioni di media complici, affiliati o a libro paga delle agenzie sioniste in Italia. La natura clandestina del (nuovo)PCI ci consente libertà d’azione nel raccogliere e divulgare le segnalazioni che ci perverranno".

Una clandestinità che ora è andata persa, vista l'attenzione mediatica dedicata a questo gruppo, che già a dicembre del 2023 aveva elaborato una prima lista di prescrizione con gli indirizzi delle tv e delle redazioni giornalistiche da "colpire", compresa quella de Il Giornale.

"Il (nuovo)PCI fa appello ai comunisti, a tutti i solidali con la causa palestinese, a tutte le persone indignate per i crimini dello Stato sionista d’Israele in corso a Gaza e in Cisgiordania, a colpire questo cane da guardia: rendiamo le sedi dei principali media di regime un bersaglio di mobilitazioni e iniziative di lotta", scrivevano. "Liste di proscrizione" e delazione come strumenti, in un ritorno al passato dai contorni foschi e molto pericolosi.

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