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"Chi sono gli assassini di Cospito". Manifesto choc degli anarchici alla Sapienza

Le facce di Sergio Mattarella, Marta Cartabia, Carlo Nordio, Giorgia Meloni e non solo nei manifesti pro Cospito sui muri de La Sapienza occupata

"Chi sono gli assassini di Cospito". Manifesto choc degli anarchici alla Sapienza

La facoltà di Lettere dell'università La Sapienza è occupata da ieri sera, giovedì 2 febbraio, in solidarietà con Alfredo Cospito, in sciopero della fame volontario da 3 mesi come protesta contro il 41-bis e l'ergastolo ostativo. Gli occupanti dell'università, la maggior parte dei quali appartenenti ai collettivi rossi e ai centri sociali, hanno annunciato che lasceranno il presidio solo sabato, quano partirà il corteo per Cospito. Nel frattempo, all'ingresso della facoltà e all'interno sono stati affissi vergognosi manifesti che ritraggono alte cariche dello Stato, tra i quali anche Sergio Mattarella, con la scritta "chi sono gli assassini di Alfredo Cospito", affissi anche accanto alla targa commemorativa per l'anarchico Giuseppe PinelliProteste dalla maggioranza e silenzio imbarazzato da parte di una certa sinistra, che continua a sostenere l'eliminzione del 41-bis per Cospito.

La Sapienza

Le minacce degli anarchici

I volti dei personaggi ritratti sono otto, in quest'ordine: Sergio Mattarella, Carlo Nordio, Marta Cartabia, Giovanni Russo, Pietro Curzio, Anna Maria Loreto, Giorgia Meloni, Gianni Melillo. Per ognuno di loro è stata anche indicata la carica che ricoprono. Una minaccia nemmeno troppo velata alle istituzioni e allo Stato, l'ennesima, che si inserisce in una cornice di violenza e tensione che giorno giorno viene alimentata da gruppi di violenti. I manifesti de La Sapienza arrivano a pochi giorni di distanza dalle parole di uno degli storici appartenenti ai gruppi anarchici di Roma, Pasquale Valitutti, che in un'intervista al sito Huffington Post, senza remore e senza timori, ha palesemente minacciato di morte quelli che, se Cospito dovesse morire, sarebbero i colpevoli: "Noi vogliamo che Alfredo non muoia. È un nostro compagno, fa parte della famiglia anarchica. Sangue del nostro sangue e nervi dei nostri nervi. Noi non sopporteremo che Alfredo venga ucciso senza reagire. Queste persone che stanno assassinando Afredo si sono messe nel mirino delle armi libertarie-rivoluzionarie".

Quindi, ecco le parole che, a leggerle ora dopo la comparsa dei manifesti all'università, delineano la strategia degli anarchici: "Noi adesso, in qusto momento storico faremo in modo di indicare con chiarezza coloro che sono direttamente o indirettamente responsabili dell'assassinio di Alfredo. Poi i tempi camabiano e sicuramente in un futuro questa gente sarà colpita dalle armi rivoluzionarie". C'è poco altro da aggiungere alle parole di Valitutti, che seppure ora sia anziano e invalido, non ha mai smesso di partecipare alle azioni anarchiche ed era in piazza anche sabato, durante gli scontri tra i gruppi in rivolta e la polizia.

La condanna politica

Ancora una volta, sono gli stessi gruppi anarchici a confermare l'esistenza di un pericolo montante, nonostante da più parti all'opposizione ci sia la tendenza a minimizzare quanto sta accadendo. "Trovo estremamente gravi e inaccettabili i manifesti affissi all'Università La Sapienza di Roma", ha commentato il presidente del Senato, Ignazio La Russa, che ha sottolineato come "il clima che si sta creando attorno alla vicenda dell'anarchico sta assumendo contorni inquietanti e non va sottovalutato". Quindi ha espresso la necessità che ci sia "una condanna unanime, ferma e decisa, per queste azioni vergognose e per questa continua escalation di violenza".

È ferma anche la condanna di Lorenzo Fontana, presidente della Camera: "Auspico la pronta individuazione dei responsabili di questa iniziativa vile e vergognosa". Francesco Lollobrigida, ministro dell'Agricoltura, definisce questi atti "vili e di una gravità inaudita". Quindi, aggiunge: "Desidero esprimere la più ferma condanna, con l'auspicio che gli autori di questi ignobili gesti vengano quanto prima individuati". Daniela Santanché, ministro del Turismo, li considera "gesti incivili da condannare fermamente affinchè, in futuro, si ripresentino sempre meno. Un crescendo di atti di violenza che stanno alimentando un clima d'odio che ci riporta a periodi storici che non vorremmo mai rivivere".

L'unico partito dell'opposizione che finora ha espresso la sua condanna è il Terzo Polo, tramite la parole di Silvia Fregolent, senatrice di Azione-Italia Viva: "Sono un fatto di una gravità assoluta, tanto più se affissi in un'università che dovrebbe essere luogo di studio, confronto, diffusione dei valori democratici". Nell'esprimere la sua solidarietà a tutti quelli rappresentati nel manifesto, Fregolent ha ribadito: "Lo Stato non deve piegarsi di fronte a queste vili minacce nè di fronte agli atti di terrorismo a cui stiamo assistendo. Voglio ribadirlo con forza: il 41 bis è una misura che ha consentito allo Stato di assestare un duro colpo alla Mafia e al terrorismo.

Metterlo in discussione adesso, sotto la minaccia di movimenti sovversivi, non è accettabile".

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