Clima d’assedio: le piazze anti-Israele arrivano fino ai cancelli di Leonardo

Cingolani: “Non posso più muovermi liberamente, è una situazione difficile”

Clima d’assedio: le piazze anti-Israele arrivano fino ai cancelli di Leonardo
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In diverse città italiane si moltiplicano le manifestazioni legate al conflitto in Medio Oriente. Cortei e sit-in che, in alcuni casi, stanno creando tensioni e disagi anche nei pressi di aziende strategiche come Leonardo, il principale gruppo italiano della difesa e dell’aerospazio.

L’episodio più recente si è verificato a Torino, dove una protesta ha causato momenti di tensione davanti alla sede dell’azienda. Il CEO di Leonardo, Roberto Cingolani, ha espresso pubblicamente la sua preoccupazione per il clima di pressione che si è venuto a creare intorno all’azienda: “Un giorno sì e uno no siamo attaccati da sedicenti pacifisti. Non posso uscire, non posso muovermi liberamente. È diventata una situazione difficile.”

Le sue parole descrivono un contesto in cui la libertà d’impresa e la sicurezza dei lavoratori rischiano di essere messe in discussione da un attivismo che, in alcune frange, ha superato i limiti del confronto civile. Proteste e derive di tensione inaccettabili.

Le manifestazioni, nate come espressione di solidarietà verso la popolazione palestinese, in diversi casi si sono trasformate in episodi di forte contrapposizione. Le forze dell’ordine hanno più volte dovuto intervenire per contenere le tensioni e garantire la sicurezza pubblica. A loro va la nostra più sincera gratitudine e vicinanza.

Le autorità ribadiscono che protestare è un diritto democratico, tutelato dalla Costituzione. Tuttavia, quando la protesta si trasforma in violenza o in fenomeni di illegalità, queste situazioni devono essere fermate immediatamente e denunciate da tutti. Non è più accettabile il clima di insicurezza che si sta diffondendo nel Paese negli ultimi mesi, con episodi che generano paura e minano la convivenza civile. Anche le aziende nel mirino come bersagli simbolici una vera pazzia.

Leonardo, che opera in settori strategici e collabora con diversi governi in base a contratti ufficiali, è diventata in più occasioni oggetto di contestazioni da parte di gruppi contrari alla cooperazione militare con Israele. L’azienda, tuttavia, agisce nel rispetto delle normative nazionali e internazionali in materia di esportazioni e contratti di difesa.

Colpire simbolicamente realtà industriali di questo tipo sostengono diversi osservatori rischia di indebolire il tessuto produttivo e l’immagine del Paese. Difendere libertà e sicurezza: un dovere collettivo. Il diritto di manifestare resta un pilastro democratico, ma va esercitato in modo pacifico e nel rispetto della libertà di tutti, inclusa quella di chi lavora.

Le istituzioni sono chiamate a tutelare sia la libertà di espressione sia la sicurezza delle aziende e dei cittadini, perché nessuna causa, per quanto sentita, può giustificare minacce o blocchi che paralizzano la vita civile. La sfida, oggi, è trovare un equilibrio tra solidarietà e responsabilità, perché la pace non si costruisce con la paura, ma con il rispetto reciproco e la legalità.

In questo contesto, esprimiamo la nostra più sincera e sentita solidarietà al dottor Roberto Cingolani, Amministratore Delegato di Leonardo, per le difficoltà e le pressioni che ha dovuto affrontare negli ultimi giorni.

Il suo impegno nel guidare un’azienda strategica per l’Italia, in un momento così delicato, merita il riconoscimento e il sostegno di tutti coloro che credono nella libertà, nella sicurezza e nel dialogo civile.

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