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Giustizia, Anm già all'attacco. Ma il Terzo Polo apre alla riforma di Nordio

Azione e Italia Viva accolgono positivamente il progetto di riforma del ministro della Giustizia. Invece l'Anm fa muro: "Un giudizio così pesante è incomprensibile"

Giustizia, Anm già all'attacco. Ma il Terzo Polo apre alla riforma di Nordio

Dal Terzo Polo arriva a un'importante apertura al governo nell'ambito della riforma della giustizia. Ieri il ministro Carlo Nordio ha fatto un intervento di rilievo annunciando che intende portare avanti una "profonda revisione" dello strumento delle intercettazioni, che in diverse occasioni finiscono per essere uno "strumento micidiale di delegittimazione personale e politica". In tal senso si sono verificate due reazioni diametralmente opposte: da una parte Azione e Italia Viva non escludono la sponda; dall'altra l'Anm fa muro.

L'apertura del Terzo Polo

Per Carlo Calenda le parole del Guardasigilli sulle intercettazioni "sono completamente condivisibili". Il senatore Matteo Renzi ha precisato di non aver ascoltato le parole del ministro Nordio perché era in Commissione Esteri, ma ha voluto comunque far notare che le prese di posizione di Nordio del passato "mi vedono molto convinto". L'auspicio del leader di Italia Viva è che si possa passare "dalle parole ai fatti".

D'altronde è stato lo stesso Renzi pochi giorni fa a paventare la possibilità di votare la riforma della giustizia in senso liberare, tra presunzione d'innocenza e certezza della pena: "Se fa quello che ha detto, la voterei". Non a caso l'ex presidente del Consiglio ha più volte definito Nordio "la migliore scelta del governo". Si prospetta dunque un asse tra governo e Terzo Polo su un fronte caldo come quello della giustizia.

Come fatto notare da Stefano Zurlo su ilGiornale in edicola oggi, le parole pronunciate da Nordio non hanno osservato il politically correct: il sistema va profondamente cambiato, anche infrangendo antichi tabù, con una serie di modifiche che si muove in molte direzioni avendo alla base sempre l'orientamento garantista.

Il "no" dell'Anm

La reazione dell'Associazione nazionale magistrati è del tutto differente. A far trapelare una chiusura nettissima è direttamente il presidente Giuseppe Santalucia, che non condivide la tesi secondo cui talvolta le intercettazioni vengono utilizzate in maniera eccessiva e strumentale: "Non posso condividere un approccio di questo tipo. Rappresentano uno strumento di contrasto importantissimo".

Altro tema cruciale affrontato da Nordio è quello relativo all'obbligatorietà dell'azione penale: il ministro ritiene che si è tradotta in un "intollerabile arbitrio" e che il pm "può trovare spunti per indagare nei confronti di tutti senza rispondere a nessuno". Il presidente dell'Anm, intervistato da La Repubblica, ha preso le distanze e ha rimarcato con forza la sua opinione: "Davvero non riesco a comprendere un giudizio così pesante che, a questo punto, andrebbe almeno circostanziato".

Un'ulteriore questione aperta riguarda la separazione delle carriere. Per il Guardasigilli "non ha senso" che il pubblico ministero appartenga al medesimo ordine del giudice perché "svolgono un ruolo completamente diverso".

Anche sul punto della separazione delle carriere tra giudicante e inquirente si conferma la contrarietà (storica) dell'Anm: "Il pubblico ministero finirebbe per essere collocato sotto il controllo politico del governo".

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