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"Voi complici...". Conte l'irriducibile si schianta contro il muro

Nonostante lo schiaffo in Aula, Giuseppi si ostina a pestare i piedi ma finisce solo col dimostrare (ancora una volta) la propria incapacità politica

"Voi complici...". Conte l'irriducibile si schianta contro il muro

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Non gli è bastato subire la tranvata della respinta della mozione di sfiducia individuale nei confronti di Daniela Santanchè. Adesso Giuseppe Conte se la prende contemporaneamente sia con Giorgia Meloni sia con il Terzo Polo. Il leader del Movimento Cinque Stelle - da cui è partita la proposta di far cacciare dal governo la ministra del Turismo - interpreta ora la parte della "vittima" politica, attribuendo ad altri il fallimento dell'azione parlamentare che aveva visto come primo firmatario Stefano Patuanelli, capogruppo dei grillini al Senato.

Conte ci sbatte la faccia

L'ex presidente del Consiglio ritiene che i partiti della maggioranza del centrodestra, insieme al capo del governo, abbiano salvato la Santanchè "nonostante abbia platealmente mentito al Parlamento e ai cittadini, nonostante condotte incompatibili col suo ruolo istituzionale, nonostante il chiaro conflitto di interessi". Dunque: "In qualsiasi grande Paese oggi Santanché non sarebbe più ministra. In qualsiasi grande Paese il premier l'avrebbe accompagnata alla porta già da giorni".

Ecco poi la fiera difesa dell'iniziativa a Palazzo Madama dei pentastellati: "Noi abbiamo orgogliosamente votato la sfiducia al Ministro, qualche altra opposizione ha preferito disertare il voto abbandonando l'Aula. In situazioni come queste disertare è essere complici". L'attacco a Italia Viva e ad Azione è sintomo di un certo nervosismo che traspare in maniera evidente in Giuseppi. L'offensiva contro Matteo Renzi e Carlo Calenda appare, infatti, totalmente infondata stante le dichiarazioni che gli esponenti dei due partiti di centro avevano rilasciato fin da quando Patuanelli aveva proposto in Aula la mozione di sfiducia al termine dell'informativa della ministra Santanchè dello scorso 5 luglio.

Gli anti-Meloni in calo

Alla fine il risultato è stato sotto gli occhi di tutti: la mozione dei Cinque Stelle è stata respinta da 111 senatori, mentre a favore della loro proposta parlamentare si sono espressi in 67: un numero inferiore di 12 unità rispetto a coloro che lo scorso 26 ottobre avevano votato contro la fiducia chiesta dal governo Meloni per dare il via libera ufficiale al nuovo esecutivo insediato a Palazzo Chigi. Le opposizioni sono sempre più divise e i giallorossi sempre più perdenti. Nonostante questo, però, Conte rimane fermo sulla propria posizione: secondo lui, Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia "alla prova di governo hanno dimostrato di non avere rispetto per se stessi, per gli interessi degli italiani, per il decoro delle istituzioni". E se lo assicura Conte, allora siamo proprio a posto.

L'ennesimo fallimento di Giuseppi

Con quello di oggi arriva così l'ultimo flop politico di Conte, che ha completamente sbagliato la strategia contro il governo: pensava, spalleggiato anche dalla Schlein, di potersi inserire in qualche voragine nascosta (ma in realtà inesistente) del centrodestra e ricompattare questo fantomatico campo "largo". Tuttavia l'asse di centrosinistra rimane solamente scritto sulla sabbia; e in più le opposizioni sono completamente frantumate.

Per l'ennesima volta Movimento Cinque Stelle e Partito Democratico hanno dimostrato la loro completa inconsistenza: dopo tutte le elezioni che hanno perso nell'ultimo anno, ecco che arriva anche la prima vera grande batosta nei palazzi della politica. Per dimostrare numeri alla mano il fallimento di Conte & co, c'è bisogno di altro?

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