Il comunismo, l'Università, la Cina: le vite dell'ex ministro Diliberto

Fiero militante da sempre del Pci, la sua carriera politica è sempre stata accompagnata dall'insegnamento di materie giuridiche

Il comunismo, l'Università, la Cina: le vite dell'ex ministro Diliberto
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Tra le tante storie curiose che riguardano esponenti scomparsi dai radar tradizionali della politica, certamente quella di Oliviero Diliberto è una di quelle che balza più agli occhi. L'ex ministro orgogliosamente comunista è riuscito a individuare un’alternativa valida al Parlamento e alle varie istituzioni italiane dopo che le ha abbandonate oramai più di quindici anni fa perché non più eletto. Anzi: è proprio l'Italia intera a essere stata dimenticata da Diliberto. Già, ma dove e cosa sta facendo in questo momento l'ex parlamentare del Pci?

Due volte ministro della Giustizia

Nato e cresciuto a Cagliari da padre siciliano e da madre sarda il 13 ottobre 1956, Diliberto inizia la propria militanza politica studentesca nel Partito Comunista Italiano all'età di 13 anni, avvicinandosi alla Fgci (l il ramo giovanile del movimento) al quale s'iscrive poi nel 1974. Diciassette anni dopo, allo scioglimento del Pci deciso dalla svolta della Bolognina di Achille Occhetto, confluisce in Rifondazione. Dirige dal 1994 al 1995 il settimanale del Prc Liberazione (diventato poi quotidiano) ed è autore di numerosi saggi. Nel frattempo diventa professore ordinario di Diritto romano e Preside presso la Facoltà di Giurisprudenza della Sapienza di Roma. In passato è stato anche docente di Diritto romano presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Cagliari, sua città natale.

Nel 1994 viene eletto per la prima volta in Parlamento: resta deputato per quattro legislature consecutive. Ricopre anche il ruolo di capogruppo a Montecitorio fino a quando non lascia Rifondazione Comunista in polemica con la decisione di Fausto Bertinotti di sfiduciare il primo governo Prodi nel 1998. Poco male, comunque, per lui: perché il successore del Professore a Palazzo Chigi, Massimo D'Alema, lo sceglie come ministro della Giustizia in entrambi gli esecutivi guidati dall’ex presidente della Bicamerale. Terminato l'incarico ministeriale, è eletto segretario nazionale del Partito Comunista Italiano. Nella legislatura 2006-2008 fa rumore il suo viaggio a Mosca, per le celebrazioni in onore del 90º anniversario della Rivoluzione d'ottobre. Deciderà autonomamente di non ricandidarsi alle successive elezioni. Si dimetterà infine da segretario del Pci nel 2013.

L'amore di Diliberto per la Cina

Che fine ha fatto Oliviero Diliberto? La sua carriera dopo la politica attiva comprende essenzialmente un grande elemento di novità: dal 2016, infatti, insegna in Cina. Un Paese, simbolo del comunismo con il quale vanta un rapporto ormai decennale fin dagli anni Novanta quando il governo del Paese asiatico decide di intraprendere la via della legislazione civilistica e in maniera organica con l'obiettivo proprio di darsi un proprio codice. In questo senso, Diliberto ha contribuito a formare una classe di giuristi per redigere questo importante testo. Dopo diversi anni, l'amore per la Cina fu talmente forte da ricominciare da dove aveva geograficamente iniziato. E così, da sette anni a questa parte, è chair professor alla Zhongnan University of Economics and law di Wuhan.

Proprio nella città dove esplose il Coronavirus tre anni e mezzo fa. A tal proposito Diliberto affermò in quei primi giorni di terrore sanitario che la Cina stava affrontando tutta quella drammatica situazione in maniera "composta, efficiente, seria". Parola di comunista.

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