Alla conta o scissione, ultimatum degli ex An: "Indietro non si torna"

Linea dura con Alfano: "Non possiamo rinunciare alle primarie". Tutti i colonnelli all'uscita dal partito con la Meloni candidata. Alemanno chiude al Cav: "Irrazionale che torni in campo"

Alla conta o scissione, ultimatum degli ex An: "Indietro non si torna"

Roma - Sono rimasti gli ultimi a credere nelle primarie del Pdl. Probabilmente sono rimasti gli ultimi a credere nel Pdl. Probabilmente non ci credono più neanche loro. E infatti si apprestano a uscirne lasciandosi dietro una scatola vuota. Gli ex An sbandano dopo essersi illusi, nelle settimane finali della gestione Alfano, di avere preso in mano la cloche del Pdl. La loro influenza sul segretario in via di precoce rottamazione del resto è stato uno dei motivi che hanno spinto Silvio Berlusconi a sfiduciare il suo ex delfino, facendo un passo di lato, come si usa dire ora. E loro, i colonnelli post-post-fascisti, restano con il cerino in mano. Una fiammella flebile dove un tempo ardeva la fiamma.
Ultimo atto prima della chiusura del sipario è l'ostinazione nel credere alle primarie, quello strano strumento che non appartiene al dna politico del centrodestra politico del quale però gli ex An, più vicini per formazione politica al Pd che a Forza Italia, si sono innamorati contagiando per un po' anche Alfano, fino allo showdown delle ultime ore tra questi e il leader del centrodestra Silvio Berlusconi. Per cui da tutti i reduci di via della Scrofa, nelle ore in cui si celebra la affollata messa cantata dei democrat, arriva il mantra: votiamo, votiamo, votiamo. Giorgia Meloni, che ha tappezzato Roma di manifesti apprezzati dai capitolini più per la sua avvenenza che per il messaggio politico, insiste se non altro per giustificare la fattura della tipografia: «Sarebbe un errore tornare indietro su un percorso iniziato pur tra mille difficoltà». E a riprova di quanto creda nello strumento, in serata l'ex ministro fa visita nella sezione di via dei Giubbonari dove sono in corso le primarie del centrosinistra, per avere ragguagli sull'organizzazione. Pure il suo fratello politico maggiore, Fabio Rampelli, mette la barra a dritta: «L'ipotesi di sospendere le elezioni primarie paventata dal segretario Alfano è irricevibile. Il Pdl attraverso le primarie ha intrapreso un cammino di partecipazione e coinvolgimento degli elettori alle scelte che è irreversibile». Il vicecapogruppo vicario del Pdl alla Camera Massimo Corsaro va oltre: «In questo momento il problema non è chi votare alle primarie del Pdl, ma scegliere tra un soggetto politico e una corte», twitta. Gianni Alemanno pensa ancora all'ex premier: «Secondo me non è razionale che Berlusconi torni in campo. Credo che un ciclo si è concluso e bisogna aprirne un altro con le primarie. Mi auguro veramente che Alfano non torni indietro: le primarie vanno fatte. A mio avviso è sbagliato che Berlusconi vi partecipi ma non glielo possiamo impedire». Con il passare delle ore, mentre si ingigantisce il successo delle primarie del centrosinistra, emerge da parte del sindaco di Roma un certo qual rimpianto misto a invidia. «Quello che è successo oggi dimostra che lo strumento delle primarie funziona bene, è uno strumento indispensabile per rigenerare la politica e non cedere alle suggestioni dell'antipolitica».
Ma la verità è che nemmeno i colonnelli ex-An credono più che le primarie abbiano un senso. Sono ore febbrili: La Russa, Gasparri, Alemanno, Rampelli e la Meloni - tutti i colonnelli tranne Altero Matteoli, che invece pare pronto a seguire Berlusconi - si consultano in continuazione per studiare l'exit strategy dal partito in cui alcuni di loro si sono sempre sentiti fuori posto. L'idea è di un'Alleanza nazionale 2.0, alcuni ipotizzano Giorgia Meloni segretario e candidato premier. Un soggetto che tornerebbe appetibile anche per le schegge aennine attualmente fuori dal Pdl.

Francesco Storace, leader della Destra, sembra disponibile, ma a una condizione: «Se rinasce Forza Italia e con la Lombardia a Maroni si punta alla Casa delle Libertà. Ognuno con la sua bandiera. Senza secondi Fini». Notare la maiuscola, please.


Fermare le primarie adesso sarebbe una farsa inaccettabile

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