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"Meglio il silenzio". Ira M5s contro Conte. E lui non va al funerale del Cav

Il leader del Movimento 5stelle non parteciperà ai funerali di Berlusconi. Dietro la scelta la rivolta della base pentastellata: "Un gesto tardivo. È una pezza che è peggio del buco"

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L’Italia della politica, e non solo, si ferma per rendere onore a Silvio Berlusconi. Tutti i protagonisti dell’odierna dinamica politica saranno in prima fila ai funerali solenni del Cavaliere, oggi in Duomo. Dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Dall’ex premier Mario Draghi al leader di Italia Viva, Matteo Renzi. Perfino la neo segretaria del Partito democratico Elly Schlein, dopo un lungo tira e molla, ha fatto sapere che ci sarà. Tutti tranne uno: Giuseppe Conte. Il capo del Movimento 5stelle non andrà ai funerali di Berlusconi. Una scelta, quella maturata nella giornata di ieri, che arriva da lontano.

Il tweet di Giuseppe Conte

La decisione di Giuseppe Conte, già di per sé, dovrebbe fare storcere il naso alla maggior parte degli elettori. Ma l’assenza dell’avvocato del popolo non è una scelta presa singolarmente. Il caso, rivela il Corriere della Sera, nasce lunedì, appena diffusa la terribile notizia della morte di Silvio Berlusconi. Conte, poco dopo la scomparsa del leader azzurro, commenta così i grandissimi successi del Cavaliere, in politica e non solo:“È stato un imprenditore e un politico che in ogni campo in cui si è cimentato ha contribuito a scrivere pagine significative della nostra storia”. Il giudizio politico, perpetuato attraverso un tweet, è lucido e positivo: “Anche chi lo ha affrontato da avversario politico deve riconoscere che non gli sono mai mancati coraggio, la passione, la tenacia”.

La rivolta dei 5 Stelle

Niente da fare: l’odio politico e l’ideologia sovrastano la drammaticità del momento, anche questa volta. La base del Movimento, ci spiega il retroscena del Corriere della Sera, si rivolta contro il leader e il suo tweet. Sul banco degli imputati finiscono Conte, le parole dedicate al ricordo del Cavaliere e di conseguenza Silvio Berlusconi. La pancia del Movimento grillino comincia ad alzare la voce, sia in pubblico che nel privato. Il primo a replicare è Davide Bono, volto dei 5stelle della prima ora: “Un po' di coraggio ogni tanto e dire che ha fatto tanto male a questo Paese, no? La politica – sentenzia il pentasetllato – è sempre il regno dell’ipocrisia”. Poche ore dopo, sempre su Twitter, la vicecapogruppo al Senato, Alessandra Maiorino, affermava: “Oggi mi attengo alla massima secondo cui se non puoi dire nulla di buono è preferibile rimanere in silenzio”.

Nelle chat private del Movimento, il malcontento cresce. “Potevamo essere meno morbidi”, rimarca un esponente grillino. Carmen di Lauro, deputata del Movimento, rincara la dose:“Se ne è andato un uomo dalla straordinaria intelligenza. Peccato che sia stata utilizzata sempre dalla parte sbagliata”. Il leader pentasetllato, pressato dalla sua base, annuncia allora che non andrà ai funerali. La scelta, prima viene letta nel Movimento come un dietrofront” e poi viene apertamente criticata. Ambienti vicini al leader parlano di un gesto tardivo” o, peggio ancora, di “una pezza che è peggio del buco”. Dell’assenza di Giuseppe Conte rimane l’amarezza di una grande, l’ennesima, occasione sprecata.

Le reazioni della politica

Dalla politica arriva un giudizio più che negativo sulla scelta di Giuseppe Conte. Rosy Bindi, eterna avversaria del Cav, riconosce l’inopportunità di non partecipare ai funerali: “Io – spiega ad Agorà si Rai Tre – ritengo che in questo momento chi ha un ruolo politico e parlamentare dovrebbe partecipare ai funerali. Il saluto durante una preghiera, una celebrazione liturgica io credo che non si debba negare a nessuno”. Un’affermazione di buon senso che si allontana, giustamente, dal fervore dell’ideologia politica. “Se avessi un minimo ruolo – conclude la Bindi – se io fossi ancora in Parlamento ci sarei andata.

Ancora più deciso il commento dell’ex esponente dem, Carlo Cottarelli, che affida a Twitter un paragone storico che ha segnato la storia del Belpaese. “Il 13 giugno 1984 – esordisce Cottarelli – Almirante visitò la salma di Berlinguer accolto da Nilde Jotti e Gianfranco Pajetta. I leader dell’opposizione dovrebbero andare tutti al funerale di Berlsuconi. È un fatto di rispetto umano”.

Più semplice di così.

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