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Il ritorno di Soumahoro ed è il solito piagnisteo

Soumahoro non perde occasione di vestire i panni della vittima e nemmeno da Lampedusa rinuncia agli attacchi strumentali dopo essere finito al centro della polemica per le vicende giudiziarie di moglie e suocera

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Che fine ha fatto Aboubakar Soumahoro? In realtà sono in pochi quelli che si sono chiesti dove fosse finito il deputato del Gruppo Misto, scaricato da Avs, che lo aveva candidato, meno di 6 mesi dopo l'elezione in parlamento. Di lui si erano perse le tracce negli ultimi mesi dopo i guai giudiziari di sua moglie e sua suocera legati alle coop dei migranti ma ora il nostro è riapparso a Lampedusa, dove ha detto di essersi recato per una ispezione parlamentare. "Sono stato nell’hotspot, una situazione da apocalisse", avrebbe detto Soumahoro stando a quando riportato dal Corriere della sera, secondo il quale nella struttura di contrada Imbriacola l'ex Avs avrebbe svolto il lavoro che solitamente svolgono i mediatori culturali, ossia la traduzione dall'arabo o dal francese all'italiano.

"Ho raccolto testimonianze di donne violentate, uomini torturati, con segni di arma da fuoco, di machete", ha detto il deputato, riferendo quelli che sono i racconti dei migranti che arrivano a Lampedusa con i barconi. La situazione da apocalisse da lui raccontata, però, non corrisponde a quanto hanno sempre riferito gli operatori della Croce rossa che operano in quel luogo ormai da mesi. Certo, non è facile far stare migliaia di persone dove c'è spazio per 800, ma il gran lavoro dei volontari e dei lavoratori, ha fatto sì che la situazione fosse sempre gestibile. Ma non solo quello, perché la prefettura di Agrigento, con i poliziotti dislocati sull'isola, lavorano a ciclo continuo senza soluzione di continuità per effettuare le identificazioni e accelerare i trasferimenti. All'alba di domenica c'erano 1.950 migranti nell'hotspot, a metà giornata 1.511 e in tarda la tarda serata, effettuati gli imbarchi di 600 su nave diretta a Trapani e 200 per Porto Empedocle, non erano più di 200 i presenti nella struttura. Tutto questo con arrivi continui sull'isola.

Ma questo non può far parte della propaganda di Soumahoro, che in qualche modo ha dovuto cercare argomenti per fomentare una narrazione diversa parlando di "apocalisse" a Lampedusa. Ma non solo, perché intercettato dai giornalisti, che l'hanno riconosciuto, il deputato non ha perso occasione nemmeno per continuare con la sua personale narrazione della sua vicenda, la solita solfa vittimistica con accuse fuori da ogni logica: "Contro di me è stata orchestrata una campagna razzista di deriva fascista con finalità politica".

Inutile chiedere da parte di chi, visto che non risponde. Eppure, il lavoro fatto dalla magistratura a carico di sua moglie e sua suocera lascia pochi dubbi su quanto accaduto e in tanti, legittimamente, si chiedono: poteva non sapere?

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