Crisi, 4,2 milioni di famiglie non arrivano a fine mese

Consis e Confcommercio certificano il fallimento del governo Monti: "Le imprese sono al collasso"

Crisi, 4,2 milioni di famiglie non arrivano a fine mese

Le imprese rischiano di chiudere una dopo l'altra, i consumi sono crollati ai livelli degli anni Novanta e oltre 4,2 milioni di famiglie non arrivano a fine mese. Il bilancio redatto dal Censis e dalla Confcommercio nell’ultimo outlook sullo stato di salute del Belpaese è pesante: traccia il fallimento di tredici mesi di governo tecnico che, oltre a non riuscire a rimettere in sesto l'economia italiana, ha addirittura affondato imprese e famiglie che adesso si trovano sul lastrico.

Le famiglie non arrivano a fine mese

Il 17% delle famiglie italiane non arrivano a fine mese. Si tratta di 4,2 milioni nuclei che non sanno come sbarcare il lunario perché il loro reddito non è sufficiente a coprire tutte le spese. Sempre più frequentemente le famiglie italiane utilizzano, infatti, i risparmi in banca per far fronte alle spese correnti. Aumentano anche quelle che ricorrono a piccoli prestiti e quelle che decidono di rinviare i pagamenti. "Per 11 milioni di famiglie - si legge nell’outlook presentato oggi - la preoccupazione principale è quella economica, quella di dover diminuire il proprio tenore di vita per far fronte alla crisi". Altre 14,5 milioni non riescono a risparmiere e per più di 13 milioni è un problema affrontare una spesa imprevista. Circa 7 milioni, inoltre, hanno difficoltà a rispettare le scadenze delle rate e delle tasse. "In questo contesto il clima di fiducia risulta deteriorarsi ulteriormente - spiegano gli esperti - nei primi mesi del 2013 la quota di pessimisti risulta maggiore degli ottimisti, rispettivamente il 37,5% del campione contro il 31,7%, ma soprattutto riguadagna terreno il senso di incertezza passato dal 16% rilevato a settembre del 2012 al’attuale 30,8%".

Consumi ai livelli degli anni '90

I consumi sono ai minimi degli anni Novanta. I sentimenti che provano le famiglie guardano al futuro sono l’incertezza, il pessimismo e la paura, per colpa, in massima parte, del mercato del lavoro che è sostanzialmente fermo. Undici milioni di famiglie temono di non riuscire a mantenere l’attuale tenore di vita. Altre 14,5 milioni incontrano difficoltà a risparmiare e per più di 13 milioni è un problema affrontare una spesa imprevista come pagare un medico o riparare l’auto guasta. Ben 7 milioni hanno difficoltà a rispettare le scadenze di pagamento di rate e tasse. Secondo l’analisi, "il 25% degli occupati teme di perdere il posto nei prossimi sei/sette mesi e un altro 27% teme una riduzione dello stipendio per il prolungarsi della recessione". Il sentiment della famiglie è, infatti, di grandissima difficoltà anche perché già ora 4,2 milioni non riescono a coprire tutte le spese con il proprio reddito, il 17% del totale. Quelle che "vanno in pari" sono invece il 71% e solo il 12% riesce a coprire le spese e a risparmiare qualcosa. Le famiglie italiane affrontano la crisi mettendo in atto quello che il Censis e la Confcommercio definisce il "modello delle tre R", ovvero: rinuncia, rinvia e risparmia. "Per i primi sei mesi dell’anno le famiglie che prevedono di effettuare una spesa consistente per voci come la ristrutturazione della casa, o l’acquisto di un elettrodomestico o di mobili o di un mezzo di locomozione risultano ai minimi rispetto a quanto rilevato nei quattro anni precedenti - si legge nell'outlook - cresce, viceversa, la percentuale che per il momento rinvia questo tipo di spese".

Nel 2013 a rischio 250mila imprese

"Nel 2013 chiuderanno 250mila imprese del terziario, di mercato e dell’artigianto", ha spiegato il presidente della Confcommercio Carlo Sangalli a margine della presentazione del rapporto stilato dall’associazione con il Censis. "Senza impresa non c’è crescita nè occupazione e la ripresa resta soltanto un miraggio", ha aggiunto Sangalli secondo il quale c’è "assoluta necessità e urgenza di avere un governo che consenta alle imprese tornare a essere protagoniste dell’economia e dell’occupazione". Il numero uno della Confcommercio ha, quindi, lanciato un avvertimento alla politica rinnovando l’appello presentato ieri da Rete Imprese Italia: "Le imprese hanno già dato tutto quello che dovevano e potevano fare, anche di più. Oggi gli imprenditori hanno perso la pazienza, non fategli perdere la speranza, adesso tocca voi". Secondo gli analisti, nel 2013 il prodotto interno lordo scenderà dell’1,7% mentre i consumi caleranno del 2,4%.

"Le imprese sono al collasso e la fiducia delle famiglie è ai minimi storici", ha incalzato Sangalli tornando a chiedere "un governo che affronti subito le emergenze del Paese" perché "la crisi è lunga e drammatica e sta cancellando la parte più vitale del nostro sistema".

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