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Dalle piazze al carcere per terrorismo: chi è l'architetto Mohammad Hannoun

È stato più volte nel mirino degli inquirenti ed è finito nella black list del Dipartimento del Tesoro statunitense perché accusato di essere un finanziatore di Hamas: ora per la stessa accusa è stato arrestato

Dalle piazze al carcere per terrorismo: chi è l'architetto Mohammad Hannoun
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Mohammad Hannoun è tra i nove destinatari di ordinanze di custodia cautelare eseguite in queste ore su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Genova. È accusato di essere un componente di vertice della organizzazione terroristica Hamas, di avere destinato, nella raccolta di fondi indicata come avente fini umanitari per la popolazione palestinese, una parte rilevante (più del 71%) di tali fondi al finanziamento diretto di Hamas o di associazioni ad essa collegate o da essa controllate e di altre articolazioni dell’organizzazione terroristica suddetta. Ma anche di avere concorso a versare, direttamente o indirettamente, all’organizzazione terroristica, a partire dal 18 ottobre 2001, e fino alla data odierna, ma soprattutto a seguito degli eventi del 7 ottobre 2023, quasi 7.3 milioni di euro, sottraendo tali fondi alle finalità dichiarate e alle reali necessità della popolazione civile di Gaza.

La figura di Hannoun è da sempre controversa, appena poche settimane fa è stato destinatario di un foglio di via dalla città di Milano per un anno per aver dichiarato, durante una delle tante manifestazioni pro Palestina, che "la rivoluzione ha le sue leggi. Per cui applicare sui collaborazionisti che hanno ucciso uomini donne bambini anziani la legge del taglione. Chi uccide va ucciso. Perché piangere per questi criminali?". Classe 1962, di origini giordane e di professione architetto, è però noto più che altro per essere il presidente dell’Associazione Palestinesi d’Italia. Nell'ottobre 2023 è stato inserito nella blacklist del Dipartimento del Tesoro statunitense con l'accusa di essere un finanziatore del terrorismo ma lui ha sempre respinto ogni accusa come "bufala", dicendosi "semplicemente un palestinese impegnato da decenni nella lotta per i diritti del suo popolo. Come tutti i popoli abbiamo il diritto di combattere contro l'occupazione e sostenere tutte le forze politiche impegnate nella lotta per i nostri diritti". Hams, disse in quell'occasione, "ha avuto più del 70% dei voti a Gaza e in Cisgiordania, quindi è un legittimo rappresentante del popolo palestinese e io sono simpatizzante di Hamas come lo sono di ogni fazione che lotta per i miei diritti". In varie occasioni ha paragonato Hamas ai partigiani italiani, legittimando di fatto le azioni di forza.

Su di lui, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, all'alba del foglio di via da Milano, ha detto che è sotto controllo "dalle autorità competenti, anche ai fini dell’applicazione di ulteriori misure sanzionatorie previste dalla normativa vigente in presenza dei presupposti di legge".

Piantedosi ha poi ricordato che già nel 2024 "era stato deferito all’autorità giudiziaria perché, nel corso di una manifestazione tenutasi, sempre nel capoluogo lombardo, aveva sostenuto pubblicamente le aggressioni subite la sera del 7 novembre 2024 dai tifosi israeliani del Maccabi Tel Aviv presenti ad Amsterdam per assistere a un incontro di calcio".

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