"Ddl per aumenti retributivi". La proposta di Forza Italia sul fisco

Gli aumenti retributivi derivanti dai rinnovi dei contratti collettivi nazionali di lavoro verranno "esentati dal pagamento di imposte e contributi previdenziali per i prossimi tre anni", come annunciato dal deputato Casasco

Maurizio Casasco, deputato di Forza Italia e responsabile del dipartimento economia del partito
Maurizio Casasco, deputato di Forza Italia e responsabile del dipartimento economia del partito
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Forza Italia annuncia un importante disegno di legge a sostegno dei lavoratori e delle imprese "in coerenza con il documento presentato lo scorso 5 ottobre a Milano nel corso degli Stati Generali dell'economia del partito". Così è stato comunicato in una nota ufficiale da Maurizio Casasco, deputato di FI e responsabile del dipartimento economia dello stesso movimento fondato da Silvio Berlusconi. La proposta prevede che gli aumenti retributivi derivanti dai rinnovi dei contratti collettivi nazionali di lavoro vengano "esentati dal pagamento di imposte e contributi previdenziali per i prossimi tre anni, che le somme corrisposte ai lavoratori a titolo di aumento contrattuale non concorrano alla formazione del reddito imponibile ai fini fiscali e non siano soggette a contribuzione", prosegue il comunicato.

L'obiettivo fissato dall'onorevole Casasco con questo ddl sul fisco risulta duplice. Da un lato, infatti, si vorrebbe "incentivare la contrattazione collettiva e il rinnovo dei contratti"; dall'altra parte invece, viene espresso lo scopo di "aumentare il potere d'acquisto dei lavoratori, sostenendo la crescita economica e la coesione sociale". Come già scritto del resto nel documento di partito approvato poco più di sette mesi fa in occasione dell'evento tenuto nel capoluogo lombardo, tutto questo comporterebbe una "manovra ponte" che servirebbe per "sopperire temporaneamente al differenziale tra aumenti contrattuali e inflazione".

Con questa misura, insomma, Casasco e tutta Forza Italia intende prestare massima "attenzione ai lavoratori e alle famiglie, favorendo al tempo stesso la competitività delle imprese". L'obbiettivo è chiarissimo: esentare gli aumenti contrattuali da tassazione e contributi in modo tale da potere "mettere più soldi nelle tasche dei lavoratori, senza maggiori oneri a carico dello Stato o dell'INPS". La disposizione si applicherà agli aumenti contrattuali riconosciuti a decorrere dalla data di entrata in vigore del disegno di legge e avrà efficacia per un periodo complessivo di diciotto mesi.

"Non genererà impatti di minor gettito fiscale per l’Erario o contributivo per l’INPS rispetto ad oggi - assicura il responsabile del dipartimento economia di FI -.

Beneficerà sia i lavoratori sul piano fiscale, con un netto più alto in busta paga, sia le imprese per parte dei contributi previdenziali, che sarebbero a loro carico sugli aumenti retributivi riconosciuti", conclude Casasco. Il disegno di legge annunciato dal movimento azzurro che fa parte del governo Meloni dovrebbe approdare in Parlamento nelle prossime settimane.

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