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"Decisione poco prima della chiusura delle liste". La scelta di Vannacci sulle Europee

Il generale conferma le proprie intenzioni a proposito di una sua eventuale avventura all'Europarlamento. Poi respinge le accuse di odio razziale: "Nel mio libro c'è l'elogio della diversità"

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La decisione definitiva arriverà solamente a inizio maggio. Il generale Roberto Vannacci conferma le proprie intenzioni riguardo a una sua eventuale candidatura alle prossime elezioni europee dell'8 e 9 giugno: "Quando saranno presentate le liste sicuramente qualche giorno prima si saprà se Vannacci partecipa o non partecipa", risponde a una domanda postagli durante un'intervista andata in onda a "Zona Bianca", su Rete 4. A proposito delle parole pronunciate su di lui dal leader della Lega, Matteo Salvini, il quale aveva affermato che Vannacci "fa paura", il generale replica a Giuseppe Brindisi in questo modo: "Non commento le espressioni di altre persone".

Nonostante la sospensione dal lavoro per 11 mesi, va avanti per la propria strada. E alla domanda se Salvini lo stia "arruolando", l'autore del tanto contestato libro dal titolo "Il mondo al contrario" fa notare al conduttore televisivo: "Per arruolare Roberto Vannacci ci vuole ben altro, sono io che scelgo quello che faccio della mia vita perché mi sono sempre sentito il padrone del mio destino - sottolinea -. Apprezzo le parole del ministro Salvini, apprezzo la sua vicinanza, apprezzo l'offerta che mi fa perché vuol dire che riconosce in me delle qualità". Molti suoi sostenitori vorrebbero che fondasse un partito suo, ma Vannacci tenta di non spingere troppo il piede sull'acceleratore: "Sarebbe una cosa bella, è come andare in battaglia con la propria legione, una cosa bellissima. Però, anche là, bisogna conoscere il campo di battaglia e i propri legionari", afferma.

Nel corso dall'intervista si arriva poi inevitabilmente a tutte le polemiche esplose in quest'ultima settimana: in primis, le accuse di odio razziale: "Non è tanto l'accusa dell'odio, ma è l'accusa dell'istigazione all'odio che mi fa addirittura più rabbrividire", commenta Roberto Vannacci, che intende respingere con forza questo addebito, in quanto totalmente infondata. Questo perché "io vorrei che dalle pagine del mio libro una persona tirasse fuori quella frase, espressione o parola nella quale io possa incitare qualcuno a odiare un'altra persona perché di etnia o razza diversa, quindi nell'ideologia che intravvederebbe una superiorità fra un'etnia e un'altra". Da questo punto di vista il generale è fermo: "Non c'è assolutamente nulla di tutto ciò. Nel mio libro c'è l'elogio della diversità, ovvero io ritengo che il mondo sia ricco grazie alle differenze, di cultura, di religione, di etnia, di pelle".

Quando Brindisi ha poi citato la frase del libro di Vannacci che afferma "cari omosessuali, normali non lo siete" chiedendo se possa essere un'istigazione all'odio, il generale ha risposto: "No, intanto perché non istigo nessuno, nel senso che quest'espressione non è che spinge qualcun altro a provare un sentimento di odio per qualcun altro. Dire che una persona è normale o no vuol dire che rientra in una norma".

Infine, un ultimo appunto: alla domanda se lui si definirebbe filo-putiniano, la replica è netta: "Nella maniera più assoluta, questa è una farloccheria che è stata messa in giro solo perché nel mio libro io descrivo alcuni aspetti della società russa che ho constatato vivendo in Russia".

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