Dieci pilastri per atenei e imprese

Il Manifesto sull’Innovazione, frutto del convegno "Futuro Italia: Ricerca e Innovazione per competere" ospitato dalla Camera lo scorso venerdì, è una bussola per costruire un Paese che valorizzi il talento e premi il merito, offrendo ai giovani opportunità reali

 Dieci pilastri per atenei e imprese
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C’è un’Italia che non si arrende, che studia, sperimenta, crea. Un’Italia che crede nel valore della scienza e che, nei laboratori, nelle università e nelle imprese, costruisce ogni giorno il futuro. È questo il Paese che Forza Italia vuole mettere al centro del proprio progetto politico: un’Italia che produce futuro, non che lo subisce.

Viviamo in un tempo in cui il sapere è potere, ma anche responsabilità. L’intelligenza artificiale, la rivoluzione tecnologica e la transizione digitale stanno cambiando il mondo a una velocità senza precedenti. In questo scenario, chi investe nella conoscenza non investe solo in economia, ma in libertà. Perché la libertà vera nasce dalla capacità di capire, scegliere, innovare. Fi crede che ricerca, innovazione e formazione siano il motore di una nuova stagione di crescita e fiducia. Il Manifesto sull’Innovazione, frutto del convegno «Futuro Italia: Ricerca e Innovazione per competere» ospitato dalla Camera lo scorso venerdì, è una bussola per costruire un Paese che valorizzi il talento e premi il merito, offrendo ai giovani opportunità reali. I suoi dieci pilastri tracciano una rotta chiara. Vogliamo connessioni permanenti tra università, ricerca e imprese, per trasformare le idee in valore e la scienza in benessere diffuso. Puntiamo a superare la logica dei comparti e costruire una cultura della rete, capace di unire saperi, territori e filiere produttive. Un esempio concreto della capacità italiana di innovare e competere nel mondo è rappresentato dal sistema

dei supercomputer nazionali, come «Leonardo» a Bologna, tra i più potenti al mondo, risultato di uno straordinario impegno interistituzionale con capofila il ministero dell’Università e della Ricerca. Queste infrastrutture, con il fattivo coinvolgimento del privato, mettono l’Italia all’avanguardia nella simulazione scientifica, nella ricerca sull’intelligenza artificiale e nello sviluppo di tecnologie per l’energia, la sanità e la sostenibilità ambientale. Sono la dimostrazione che quando ricerca, industria e istituzioni collaborano con visione, il Paese può guidare l’innovazione europea e attrarre talenti e investimenti globali.

Crediamo in un’Europa più integrata e competitiva, che investa in ricerca comune, infrastrutture digitali, energia e capitale umano. Allo stesso tempo, serve investire nelle competenze, formando cittadini e lavoratori pronti a governare il cambiamento. La burocrazia non può rallentare l’innovazione e per questo proponiamo di snellire i processi autorizzativi e introdurre una governance trasparente. Fondamentali saranno le alleanze pubblico-private, perché solo la collaborazione tra Stato, università, imprese e investitori può generare crescita duratura. In questa direzione va anche la riorganizzazione della gestione dei fondi per la ricerca, con un sistema di programmazione triennale che rende più chiari e prevedibili i tempi di pubblicazione dei bandi, le modalità di partecipazione e i criteri di valutazione. La trasparenza e la stabilità delle risorse devono consentire a ricercatori e imprese di pianificare con efficacia, riducendo l’incertezza e valorizzando la qualità

dei progetti. Una gestione più ordinata e programmata è la condizione per rendere la ricerca italiana più competitiva e attrattiva a livello internazionale. Serve inoltre semplificare il quadro normativo e rendere lo Stato alleato dell’impresa. La ricerca deve tradursi in lavoro, occorre rafforzare trasferimento tecnologico e industrializzazione della ricerca, sostenendo start-up e incubatori. Vogliamo mobilitare i capitali verso l’innovazione, canalizzando risorse pubbliche e private verso tecnologie strategiche, e promuovere progetti nazionali e attrazione di talenti, per riportare in Italia ricercatori e innovatori da tutto il mondo. L’Italia ha tutto per essere protagonista: competenze, creatività, cultura. Serve una visione condivisa e il coraggio di crederci. Ogni investimento nella ricerca è un investimento nella dignità delle persone; ogni innovazione è una promessa di futuro. Fi vuole guidare questa sfida con serietà, visione e responsabilità. Perché un Paese che mette la conoscenza al centro non è solo più competitivo, è più giusto, più libero, più umano. Crediamo in un’Italia che educa, che scopre, che crea.

In un’Italia che guarda avanti con fiducia e che, nel talento delle sue persone, trova la chiave per crescere, unire e rinascere. Perché solo dove si ricerca si cresce. E solo dove si conosce si è davvero liberi.

*ministro dell’Università e della Ricerca;**presidente della Consulta Nazionale di Forza Italia

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