Filippo Blengino, segretario nazionale dei Radicali Italiani, è stato denunciato oggi a Torino mentre “spacciava” cannabis Cbd, sostanza al centro delle nuove norme sancite dal Decreto sicurezza.
Blengino, prima di essere arrestato, aveva esposta sopra un tavolo circa mezzo chilo di cannabis Cbd e aveva offerto delle piccole quantità ai passanti. L'azione di " disobbedienza civile”, spiegano i Radicali, aveva lo scopo di ottenere un processo così da portare al vaglio della Corte costituzionale l’art. 18 del Decreto sicurezza. Blengino verrà verosimilmente denunciato per spaccio e rischia "una pena fino a vent’anni di carcere”. I radicali non hanno dubbi: "La scelta di vendere cannabis CBD in piazza, sostanza non drogante, ideologicamente equiparata dal governo a qualsiasi stupefacente causando la chiusura di decine di attività legali, ci consentirà di spiegare nelle aule di giustizia le nostre ragioni e quelle del diritto". Ieri Blengino aveva preannunciato questa azione "disobbedienza civile", volta a evitare l'archiviazione come avvenuto a Roma dove la procura aveva bollato lo "spaccio" come atto politico: "La prossima disobbedienza - aveva detto - la costruirò superando ogni cavillo e ogni possibile scappatoia che impedisca la celebrazione di un processo vero".
Dal mondo politico radicale e antiproibizionista sono subito arrivati numerosi messaggi di solidarietà, "La sua azione non violenta svela la follia del decreto sicurezza, che criminalizza un intero settore agricolo e commerciale, mettendo in ginocchio imprese e famiglie, solo per lo stigma di avere nel nome del prodotto cannabis, senza che però vi sia alcun effetto stupefacente", ha detto il segretario di +Europa, Riccardo Magi. Che poi ha ricordato come i tribunali stiano smontando il decreto sicurezza sulla cannabis light: "A ottobre - ha detto - in poco meno di quarantotto ore, le Corti di Palermo, Belluno e Torino hanno dichiarato illegittima questa misura del governo, spiegando che non esiste alcun reato nel vendere una sostanza senza Thc oltre i limiti di legge". Magi, quindi, parla di "caccia alle streghe che ha messo sul lastrico centinaia di aziende e migliaia di lavoratori, consegnando nelle mani della giustizia persone innocenti”. Anche il deputato di +Europa Benedetto Della Vedova plaude all'iniziativa che "ha il merito di accendere un riflettore sull’irragionevolezza di una legge che equipara agli stupefacenti una sostanza non drogante e fino a poco tempo fa di libera vendita come la cosiddetta cannabis light, e che ha messo fuori legge dalla sera alla mattina un’intera filiera produttiva e commerciale legale e prospera".
Roberto Giachetti, deputato di Italia Viva, parla di iniziativa che "si iscrive perfettamente nella storia e nella pratica politica radicale” e ringrazia Blengino "per aver denunciato in questo modo l’assurdità della norma sulla cannabis CBD inserita nel recente disegno di legge sicurezza voluta dal governo e approvata dal Parlamento". Giachetti spera che "l’autorità giudiziaria si attivi celermente e che questo consenta che la questione arrivi rapidamente al vaglio della Corte costituzionale che, sono sicuro, non potrà che dichiarare la norma incostituzionale”. Sul caso è intervenuto anche il Pd che, per bocca del deputato Toni Ricciardi, ha stigmatizzato: "In uno Stato civile e maturo non si dovrebbe mai arrivare a compiere gesti eclatanti per richiamare l’attenzione su temi che richiederebbero, invece, un confronto trasparente e un rispetto rigoroso della legge". Ricciardi, poi, ha aggiunto: "Tuttavia, la storia insegna che, quando le istituzioni non affrontano in modo serio e razionale questioni di evidente rilevanza pubblica, atti di disobbedienza civile possono diventare strumenti estremi per accendere un cono di luce su evidenti contraddizioni normative". Secondo il deputato del Pd "Se si è giunti a un atto tanto radicale, evidentemente il confronto pubblico e politico sul tema della cannabis e degli effetti sproporzionati del decreto sicurezza del non è più rimandabile. In uno Stato di diritto, la legge deve essere rispettata.
Ma è altrettanto vero che - chiosa Ricciardi - la legge deve essere chiara, ragionevole e coerente con i principi costituzionali. Quando questo non accade, la tensione tra legalità formale e razionalità sostanziale rischia di esplodere proprio attraverso episodi come quello odierno".