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"Due pesi e due misure? Intollerabili". Il centrodestra compatto su Saviano

Sul caso Saviano in Rai, il centrodestra è compatto nel criticare le parole del presidente Soldi: "Chiediamo serietà e coerenza"

"Due pesi e due misure? Intollerabili". Il centrodestra compatto su Saviano

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Lo stop al programma di Roberto Saviano sembra aver infastidito Marinella Soldi, presidente Rai, che si smarca e chiede "un supplemento di riflessione interna". Il programma dello scrittore è stato sospeso a seguito delle dichiarazioni dello stesso contro Matteo Salvini, definito "ministro della Malavita": l'azienda ha così dimostrato di adottare lo stesso metro di giudizio senza eccezioni, come per Filippo Facci così per Roberto Saviano. Ma le parole di Soldi nel centrodestra suonano come un'ingerenza, anche perché da parte del presidente non c'è stata la medesima richiesta quando a essere epurato era stato il giornalista di Libero, che avrebbe dovuto avere una striscia quotidiana su Rai2.

"Confido che per il presidente della Rai, Soldi, non esistano preferenze, insulti graditi e altri meno. Il codice etico è unico e si applica a tutti, a prescindere. L'interesse dell'azienda e degli utenti è proprio questo, vedere usare due pesi e due misure sarebbe intollerabile", ha dichiarato in una nota Augusta Montaruli, vicepresidente di Fratelli d'Italia della commissione di Vigilanza Rai. L'esponente del partito di Giorgia Meloni ha sottolineato che "richiamare poi l'Antimafia per difendere l'indifendibile Saviano è grave perché l'attacco e l'offesa reiterata nulla hanno a che fare con un impegno antimafia ed anzi lo azzoppano. Non vogliamo che il servizio pubblico faccia distinguo altrimenti sarebbe uno spettacolo inguardabile".

Critiche all'intervento di Marinella Soldi sono arrivate anche da Forza Italia per tramite di Rita Dalla Chiesa, vicepresidente di Forza Italia a Montecitorio e componente della VII Commissione (Cultura, Scienza e Istruzione): "La Rai, come diceva stamattina in Commissione di Vigilanza il Ministro Giorgetti, è la più grande azienda culturale italiana e ne sottolineava i principi fondamentali: imparzialità e pluralismo. Questi principi etici non possono essere validi solo per alcuni, ma non per Saviano". Quindi, ha aggiunto l'onorevole azzurro, "non è accettabile ascoltare invettive e offese contro donne e uomini delle istituzioni. Non sto parlando di diritto di critica, ma del fatto che non può esistere la libertà di insulto". Sottolineando come nemmeno lei abbia gradito l'articolo di Filippo Facci, Dalla Chiesa spiega: "Se la Rai invoca un codice etico in un caso, perché deve inginocchiarsi in altri? Chiediamo serietà e coerenza. Ps: caro Saviano, perché dici che non c'è spazio per l'antimafia? Pensi di rappresentarla solo tu? Ho dei dubbi in proposito".

Dello stesso tenore le dichiarazioni dei parlamentari della Lega componenti della commissione Vigilanza Rai: "È inaccettabile leggere interviste della presidente Rai in cui attacca pubblicamente l'ad Roberto Sergio, per scelte editoriali che competono solo a lui.

Questa grave invasione di campo pubblica è incoerente con il ruolo di garanzia proprio della presidente che ora dovrà scegliere se stare con l'azienda o rappresentare una bandiera che la schiera dal punto di vista politico".

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