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Il sindaco di Firenze: "Ecco perché non le do la cittadinanza alla Albanese"

Sara Furnaro ha fatto una scelta in linea con la posizione assunta dal Pd: "Non ero d'accordo già con le dichiarazioni su Liliana Segre".

Il sindaco di Firenze: "Ecco perché non le do la cittadinanza alla Albanese"
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Da una parte c’è il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, che con tutta la sua giunta ha confermato la cittadinanza ha confermato la cittadinanza onoraria alla relatrice speciale dell’Onu per la Palestina, Francesca Albanese, dall’altra il sindaco di Firenze, Sara Furnaro, che ha deciso per la soluzione opposta. Nel mezzo ci sono le dichiarazioni quanto meno inopportune di Albanese, per ultime quelle a seguito dell’assalto alla redazione de La Stampa, che hanno portato parte del Partito democratico, di cui sono esponenti anche Lepore e Furnaro, a prendere le distanze dalla relatrice.

Firenze è la città della pace: ha sempre unito, costruito ponti e fatto del dialogo la propria forza. Pur riconoscendo l’importante lavoro che Albanese svolge all’Onu, e pur condividendo la battaglia per la difesa e i diritti del popolo palestinese, credo che la cittadinanza onoraria vada data a chi lancia messaggi che uniscono e non dividono”, ha spiegato Furnaro al Corriere della Sera. Una spiegazione tanto ovvia quanto semplice, che però non tutti dal Pd sembrano condividere.

È innegabile che le dichiarazioni sull’assalto alla redazione torinese siano state dirimenti per la sua decisione, e Furnaro non lo nega, anzi, aggiunge di non essere stata già in accordo con Albanese “con altre sue affermazioni: quelle su Liliana Segre e l’atteggiamento verso il sindaco di Reggio Emilia. Inoltre l’ultimo episodio ha toccato un punto per me importante: la libertà di informazione. Non può essere messa in discussione. È un cardine della nostra democrazia. Non esistono condanne condizionate”. Sono dichiarazioni che si mettono in linea con quelle di Laura Boldrini e di Stefano Bonaccini. Furnaro, che è di religione ebraica, non ne fa una questione di credo, perché ha sottolineato di essere cresciuta “cresciuta in un contesto di convivenza plurale. Quando sei sindaca rappresenti tutti: le appartenenze personali stanno fuori”.

Sulle accuse di antisemitismo al suo partito, quindi, ha aggiunto di non aver percepito un clima ostile perché “il Pd ha sempre difeso e continuerà a difendere la causa palestinese. E allo stesso tempo ha sempre reagito quando si sono verificati episodi antisemiti contro la comunità ebraica.

In passato, quando io stessa sono stata attaccata, ho sempre sentito la vicinanza del mio partito”. Ora tutte le attenzioni sono rivolte verso Matteo Lepore, che anche dalle recenti dichiarazioni non sembra voler fare passi indietro.

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