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Raddoppiano i posti di lavoro vacanti: tutta colpa del reddito grillino

Lo studio Unioncamere certifica ancora una volta il fallimento del sussidio 5 Stelle: gli irreperibili sono passati da 1 a 2 milioni, numeri da film horror

Raddoppiano i posti di lavoro vacanti: tutta colpa del reddito grillino

Le criticità del reddito di cittadinanza sono visibili a occhio nudo. Dal sussidio finito nelle tasche dei mafiosi ai soliti furbetti, con il passare del tempo gli illeciti sono aumentati esponenzialmente. E a spegnere le lamentele strumentali dei rappresentanti del Movimento 5 Stelle arrivano i dati, cifre e numeri che rappresentano la Cassazione nel campo. Lo studio firmato da Unioncamere non lascia spazio a molti dubbi: grazie alla misura bandiera dei pentastellati sono raddoppiati i posti di lavoro che restano vacanti.

Lo studio stronca il reddito grillino

Il fallimento principale del reddito di cittadinanza è legato all'inserimento/reinserimento dei disoccupati nel mondo del lavoro. Nonostante le promesse di Beppe Grillo & Co, lo strumento si è rivelato un clamoroso flop. E anche per questo motivo Giuseppe Conte e i suoi fedelissimi si sono limitati a decantare i presunti benefici nella lotta alla povertà e al disagio sociale.

Come evidenziato da Libero, il Bollettino annuale 2022 del Sistema informativo Excelsior realizzato da Unioncamere e Anpal parla chiaro: nel 2022 le imprese che hanno programmato di fare assunzioni sono il 60% del totale, in linea con quella degli anni scorsi. In aumento il livello dei nuovi contratti - da 4,6 a 5,2 milioni, è l'11 per cento - ma anche la difficoltà di reperire sul mercato le professionalità necessarie. E i numeri sono a dir poco preoccupanti: il mancato incrocio tra domanda e offerta è arrivato a coprire il 41 per cento delle entrate: un posto su due resta vuoto. In due casi su tre non ci sono le persone disponibili, nel restante caso su tre mancano le competenze.

Gli effetti negativi del reddito di cittadinanza sono lapalissiani. La percentuale di irreperibilità tra le persone senza alcun titolo di studio e senza esperienza è al 34 per cento. Nel 2019 la difficoltà di reperimento si attestava al 26 per cento: quattordici punti percentuali meno di ora. Anche nel 2021, post-pandemia, la percentuale era inferiore, quotata al 32 per cento.

Parlando in termini assoluti, si è passati dall'1,2 milioni di irreperibili del 2019 ai 2,1 milioni attuali.

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