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Tutti gli "sponsor" di Elly Schlein: ecco chi la appoggia

Dall'agenzia social vicina a Barack Obama all'ex premier Romano Prodi, ecco tutti gli "sponsor" della neo-segretaria dem Elly Schlein. Forte il legame con l'America progressista

Tutti gli "sponsor" di Elly Schlein: ecco chi la appoggia

Commentando l'inaspettata vittoria di Elly Schlein alle primarie del Partito Democratico, l'ex Presidente del Consiglio Romano Prodi, intervistato da Repubblica, si è dichiarato sorpreso ma non sbalordito della sconfitta del presidente dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, raccontando di aver visto crescere Schlein e di essersi "confrontato spesso con lei", anche con "qualche ramanzina da vecchio professore quale sono". Da Occupy Pd alla guida del partito, l'ascesa della neo-segretaria dem nata in Svizzera nel 1985 è stata resa possibile e favorita, oltre che dallo stesso Prodi, come spiega Italia Oggi, dall’agenzia Social Changes, vicina a Barack Obama, che ne ha promosso in passato l’immagine sui media con grande efficacia.

Un Pd sempre più "americano" (versante dem)

Social Changes è la società Usa che ha come direttore creativo il videomaker di Barack Obama Arun Chaudharye, curatore delle campagne digitali di molti candidati dem negli Stati Uniti, oltre che della stessa campagna di Bonaccini/Schlein alle elezioni regionali del 2020. Al momento non è noto se la stessa agenzia abbia curato la campagna elettorale di Schlein anche in occasione delle recenti primarie. La cosa non soprende affatto. Perché nella vita di Elly Schlein c'è moltissima America, versante progressista. Quell'America più progressista e "woke", che porterà il Pd nelle braccia della "identity politics" e delle battaglie più care ai liberal americani, con un taglio netto della tradizione riformista italiana. Non è un caso, ricorda l'Ansa, che per ben due volte Elena Ethel Schlein è volata oltreoceano per partecipare da volontaria alle campagne elettorali di Barack Obama, dalle quali ha imparato uno stile di organizzazione politica "grassroots", ossia quelle organizzazioni di base che negli Stati Uniti sono in grado di mobilitare migliaia di persone. Anche qui, nulla di sorprendente, vista la biografia della neo-segretaria del "Partito democratico Italoamericano".

Altro che outsider

La sua famiglia, infatti, è internazionale e multiculturale: il nonno paterno, Harry Schlein, era emigrato negli Stati Uniti da una famiglia di origine ebraica, dell’Europa Orientale. Melvin Schlein, padre di Elly, è un docente universitario americano che, come sottolinea sempre Italia Oggi, è coetaneo di Romano Prodi - entrambi classe 1939 - e hanno avuto modo per alcuni anni di collaborare e insegnare a Bologna nella John Hopkins University. Prodi ed Elly Schlein si conoscono da diversi anni. Era il 2013 quando l'allora leader di OccupyPd consegnò al professore la maglietta "Siamo piu' di 101" simbolo del movimento, nato all'indomani della mancata elezione dell'ex premier alla presidenza della Repubblica, "Consegna effettuata! - scriveva Elly su Facebook - Al Professore abbiamo portato l'abbraccio di tutta #occupyPD e degli altri partecipanti che hanno messo più di 101 firme sulla maglietta. Un gesto che voleva essere in qualche modo risarcitorio, ma soprattutto di speranza. C'é ancora un motivo di credere nel Pd, e sta nell'entusiasmo e la passione di chi lo cambierà". D'altro canto, è difficile pensare a Schlein come a una vera e propria outsider, dal momento che la sua mozione è stata appoggiata da big del partito come l’ex vicesegretario, Andrea Orlando, l’ex segretario dem, Nicola Zingaretti, passando per il leader di Areadem, Dario Franceschini.

Ai big del Pd e all'agenzia vicina a Obama si aggiungerebbe la possibile ombra del magnate George Soros, fondatore dell'Open Society Foundations. A menzionare Soros è, su Twitter, l'eurodeputato di Fratelli d'Italia Carlo Fidanza che, accusando la neo-segretaria di essere supportata da tutto il vecchio apparato, aggiunge: "Il tutto con la benedizione del filo-cinese Romano Prodi e del profeta woke George Soros, che già nel 2014 la annoverava tra gli eurodeputati affidabili per la sua Open Society". Verità o teoria complottista? Nel 2017 venne diffuso un elenco di 226 eurodeputati, sul totale di 751, definiti "affidabili alleati" dalla società filantropica, già dimostratisi tali o che tali potevano diventare, assieme ai loro assistenti, collaboratori e funzionari a vario titolo. Fra questi nomi c'era anche quello di Schlein.

Questo, tuttavia, non prova nulla, né tantomeno il fatto che la neo-segretaria dem abbia realmente avuto supporto di qualche tipo dal filantropo-finanziere e dalla sua organizzazione.

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