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Europee, dem in rivolta contro la Schlein: "Dimentica la classe dirigente"

La minoranza dem critica le candidature "esterne" imposte dalla segretaria: "Così le donne del Pd rischiano di essere penalizzate"

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Al termine di una lunga riunione di segreteria, i nodi per Elly Schlein rimangono ancora tanti, forse troppi. Lo sprint finale verso una sua candidatura personale alle prossime elezioni europee, a guardare le reazioni dei suoi, assomiglia sempre di più a una corsa in solitaria. Se l’obiettivo di presentarsi quasi in tutte le circoscrizioni al terzo posto, seppur con alcuni distinguo, viene accettato dal partito, è il quadro generale presentato dalla leader a non convincere la minoranza dem.

A finire sul banco degli imputati sono principalmente le candidature “civiche” confermate da Elly Schlein. Personalità esterne all’organigramma dem che, secondo l’accusa, andrebbero sia a trascurare la classe dirigente del partito sia a penalizzare le eurodeputate in cerca di una riconferma a Bruxelles. "Così non solo frega le altre donne con la preferenza di genere, ma frega anche i candidati delle altre correnti", è l’accusa della minoranza dem ripresa da ilGiornale. Una divergenza tutta interna ai democratici che ieri, proprio in occasione della riunione pomeridiana al Nazareno, ha raggiunto un punto di non ritorno. Il senatore Alessandro Alfieri, stando alla ricostruzione del Corriere della Sera, non ha utilizzato mezzi termini per commentare le scelte della segretaria. “Con i capilista civici e la candidatura della segretaria dovunque rischiamo di non valorizzare la nostra classe dirigente”, ha sentenziato Alfieri. “È quanto meno strano – ha aggiunto - che il presidente del partito finisca secondo in lista. Prima di decidere discutiamo con i territori, confrontiamoci con i segretari regionali”.

Obiezioni che trovano riscontro nella realtà. Nel mirino della minoranza dem potrebbe finire per esempio Lucia Annunziata, che la stessa Schlein ha annunciato da di voler candidare come capolista nella circoscrizione Sud per le Europee. Una scelta, ha spiegato la leader Pd, “non solo perché è una figura di grande valore come giornalista, ma soprattutto per la sua grande conoscenza di politica estera e internazionale”. Una personalità che, al netto della cultura politica, non ha niente a che fare con la tanto acclamata dirigenza del Partito democratico. La segretaria avrebbe infatti deciso di lanciare la corsa della firma progressista e, allo stesso tempo, lasciare il primo posto ad Annalisa Corrado al Nord Est.

Una guerra fratricida, l’ennesima, che si va a sommare alle solite diatribe in vista del voto europeo di giugno. Prima su tutte l’annosa questione delle parlamentari dem in cerca di un seggio a Bruxelles. Molto attiva nel merito è la parlamentare Debora Serracchiani. “Continuiamo a confrontarci, non chiudiamo qui la discussione”, ha incalzato la segretaria. “Peraltro – ha concluso - c’è anche il tema delle donne che così rischiano di essere penalizzate”.

Una matassa che la segreteria del Pd dovrà sciogliere senza ulteriori forzature.

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