Fuori i tossicodipendenti dalle celle. La mossa di Nordio contro il sovraffollamento

Il Guardasigilli: la loro disintossicazione parte del processo di rieducazione. L'appello di Zuppi (Cei): la speranza per loro è il lavoro

Fuori i tossicodipendenti dalle celle. La mossa di Nordio contro il sovraffollamento
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Contro il sovraffollamento nelle carceri «serve approccio «organico e una prospettiva di lunga durata», che passa anche dalla rieducazione dei detenuti tossicodipendenti attraverso la disintossicazione fuori dalle celle. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio è intervenuto dal palco dell’evento della Corte dei Conti sul sistema carcerario, presentando il piano carceri. È un «sistema complesso, con problemi cronicizzati», ha precisato il Guardasigilli, convinto che «le osservazioni contenute nella relazione della Corte dei conti sono evidentemente condivisibili, nella misura in cui esse si appuntano sul fatto che: molti interventi edilizi ancora attendono di essere realizzati; che occorrono nuovi posti detentivi contro il sovraffollamento».

Come ha già diverse volte evidenziato Nordio, la popolazione carceraria attuale è composta per un 30% di detenuti in attesa di giudizio, un altro 30% di extracomunitari e un 20% di tossicodipendenti che non possono più stare in carcere, «la cui disintossicazione» anzi «andrebbe svolta al di fuori dei circuiti carcerari», in modo da trasformarsi in sede di esecuzione penale «nella prima forma di rieducazione del condannato, con evidenti vantaggi per la riduzione dell’annoso problema del sovraffollamento carcerario».
Ma dal carcere si esce soprattutto con il lavoro. Per Le stime del Dap solo l’1% dei detenuti che lavora è recidivo.

Come ricorda il presidente della Cei Matteo Zuppi solo un detenuto su quattro lavora ed è «troppo poco», ha detto il cardinale in visita nel carcere di Ascoli Piceno al convegno sul tema «Giustizia e speranza, carcere e territorio», visto che la speranza per loro «passa attraverso mezzi fondamentali come lo studio, il lavoro, la qualificazione e la capacità di integrarsi nella società grazie alle competenze acquisite».

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