Terra chiama Renzi. Svegliati. L'Italia sta deragliando. I numeri sono brutti, cattivi e cinici, ma spesso dicono la verità. Arriva un momento in cui non puoi più raccontarti balle. Non servono le chiacchiere. Non bastano le promesse. Non ti salvano le slide. È quando la realtà ti sbatte in faccia e ti dice che stai galleggiando nella melma.
Ecco, ci siamo, il premier è nudo. Il meraviglioso mondo di Matteo si sta sgretolando più in fretta di quanto lui stesso potesse immaginare. Il bluff non ha visto settembre e neppure giugno. È marcito prima delle elezioni e questo per il Pd significa guai. Non c'è ripresa e le riforme sono un po' di appunti scritti su un bloc notes. Il tempo intanto passa e gioca contro l'Italia.
Renzi non è un incosciente. Queste cose le sa. Ma non può che insistere nel suo gioco d'azzardo. Solo che anche lui non è così tranquillo. È nervoso. Il boy scout arranca e non è più così sicuro di stravincere le Europee. Bastano gli 80 euro? Bastano a scacciare la paura? Renzi ha promesso il futuro e il suo governo odora ancora di passato.
I sondaggi privati e clandestini sottolineano un testa a testa con Grillo che sa di sciagura. C'è chi dice che il Pd abbia toccato il massimo e ora possa solo scendere. C'è l'incognita della grande massa di indecisi che sposterà all'ultimo momento gli equilibri. Il timore di Renzi è che il suo videogame venga inghiottito dalla realtà e che la sua avventura finisca troppo presto.
Questo non lo dicono avvoltoi e menagramo. È nei numeri. È la realtà quotidiana di chi sente la crisi sulla pelle e non ha più soldi e forza per resistere. Il Pil torna a scendere. L'Istat calcola uno 0,1 per cento in meno rispetto al trimestre precedente e mezzo punto se si parla di un anno fa. La ripresina sta svanendo.
La Bce fa sapere che nel settore servizi l'Italia è la maglia nera d'Europa. La burocrazia continua a essere il cappio al collo delle imprese. Le tasse tolgono respiro a tutti. La vita reale non assomiglia all'ufficio marketing di Renzi. Sale quello che dovrebbe scendere e scende quello che dovrebbe salire.
Il Pil ha il meno davanti, mentre sale la pressione fiscale, sale la spesa dello Stato, sale la disoccupazione, Bankitalia rileva anche l'aumento del debito pubblico e nei primi quattro mesi di quest'anno gli immigrati arrivati in Italia sono l'823 per cento in più. È una pagella con cinque più e troppi meno. È l'immagine di un barcone alla deriva, con un capitano baldanzoso che continua a ripetere: state sereni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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