Avviso per gli animalisti che vogliono liberare gli animali dai circhi: anche il cavallo non è nato per essere cavalcato. Cancelliamo l’equitazione?
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La strategia concettuale di Francesco Merlo è la stessa del più avveduto Michele Serra. Contro l’economia del lusso e gli alberghi ricchi e costosi.
La predica questa volta viene da Francesco Merlo, frequentatore di baite e pensioni a 2 stelle, il quale, per essere originale, si occupa di Berlusconi e di «antropologia berlusconiana», e anche di «banditi del berlusconismo», tra i quali annovera Briatore.
Nelle parole di un intellettuale e di uno scrittore meritevole dello Strega e del Campiello unificati, come Giampaolo Tarantini, trova«cos’è il mondo di Berlusconi, la cartapesta, il bisogno di rendere solida la pacchianeria dei propri fantasmi», e, naturalmente, mette in carico a Berlusconi anche i «resort più esclusivi della Puglia, tra Monopoli e Savelletri», luoghi naturalmente evitati dai raffinatissimi Scalfari e Mauro, e dallo stesso Merlo, che ne parla senza esserci mai stato. E si capisce. Perché a un certo punto parla dei «saloni super lussuosi della Peschiera di Monopoli».
Peccato. Un altro falso. Perché la Peschiera è un luogo riparato e molto semplice, poco più che una veranda sul mare ricavata nell’area di un’antica riserva di pesca borbonica. E un luogo riparato e molto sobrio. Non c’è l’ombra di «saloni super lussuosi». E per smentire Merlo, non serve Tarantini, ma una convinta, gelosa e assidua frequentatrice della Peschiera: la mia severa e rigorosa sorella, la quale inorridirà leggendo tali stupidaggini scritte da un suo autore.
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In ricordo di Piero Melograni, storico originale e politico non conformista, è nelle stesse parole del suo commiato: «Addio. Carissimi amici, come sempre capita anche io me ne sono andato e- come si suole dire- ho fatto ritorno alla casa del padre, dei miei genitori, di Margherita, dei miei nonni, zii e antenati. Vi prego di non affliggervi troppo per questa partenza poiché la mia vita è stata assai intensa e ricca di premi. Ho anche sofferto, è evidente, ma grazie alle sofferenze ho apprezzato i premi. Considerando che voi siete ancora sulla Terra, vi invito a vivere la vostra vita con eguale e anche maggiore intensità e pienezza.
Ricordarvi di me, nei momenti di gioia sarà il miglior modo di celebrarmi. Io stesso l’ho fatto: ho sentito di avere in me i miei antenati e amici scomparsi allorché provavo una grande emozione. Ecco, mi dicevo, loro sono con me e, dentro di me, provano la mia stessa gioia.
Dato che uno scrittore, se non vuole annoiare, deve saper usare la forbice oltre che la penna, prendo la forbice e chiudo qui. Tuttavia, prima di chiudere, un ultimo avvertimento: amatevi, è importantissimo, ma amatevi senza esagerare. Il vostro Piero Melograni che vi sorride dai cieli».
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La forza della ’ndrangheta a Milano si afferma anche attraverso il fallimento. Il pericoloso e cortese Eugenio Costantino parla con il padre di una candidata «trombata ». Sono pacche sulla spalla. Costantino: «Allora Enzo, contento o no?». Il padre: «Contento sì per lei, ha fatto un risultato eccezionale, peccato non ci sia la possibilità di entrare perché questa cavolo di lista non ha preso i voti necessari». Costantino: «E vabbè, lei ha fatto bella figura, l’importante che non ha fatto un fiasco, è quello che si voleva no?». Padre: «Esatto, esatto». Costantino: «Ho detto “spero che Enzo sia rimasto contento”... Padre: «Assolutamente sì...
Che minaccioso idillio! «O gran bontà dei cavalieri antiqui!».
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