Giustizia, Sisto: “Avanti con stabilizzazione dell’Ufficio per il Processo

Il viceministro della Giustizia è intervenuto nel corso della tavola rotonda “Giustizia ed efficienza dello Stato”, nell’ambito all’evento “Italia 2035, strategie per un futuro di crescita e stabilità”

Francesco Paolo Sisto, viceministro della Giustizia
Francesco Paolo Sisto, viceministro della Giustizia

“Giustizia ed efficienza devono procedere di pari passo, il ministero è impegnato per assicurare una giustizia più rapida ed efficiente, con strutture migliori, senza compromettere le garanzie e i diritti dei cittadini. Questo impegno non si limita soltanto a interventi normativi, ma comprende anche azioni logistiche". Lo ha dichiarato Francesco Paolo Sisto, viceministro della Giustizia, intervenuto nel corso della tavola rotonda “Giustizia ed efficienza dello Stato”, nell’ambito all’evento “Italia 2035, strategie per un futuro di crescita e stabilità”, promosso da Forbes a Roma nella sala Trilussa della Cassa di previdenza dei Geometri, presieduta da Diego Buono.

"Stiamo rispettando gli obiettivi fissati dal Pnrr e siamo ottimisti per il futuro. Grazie all’Ufficio del Processo, abbiamo già fatto significativi passi avanti, riducendo del 40% i tempi dei procedimenti civili e del 25% quelli penali, risultato ottenuto grazie all'impegno dei giovani operatori degli UPP, per i quali prevediamo un piano di stabilizzazione tra le 4.500 e le 5.000 unità. Inoltre, stiamo valutando l’introduzione di bonus per agevolare la partecipazione a ulteriori concorsi pubblici, così da trattenere all’interno del sistema giustizia queste preziose professionalità. Sul fronte del sovraffollamento carcerario, prevediamo interventi mirati nell’edilizia penitenziaria, con l’ampliamento delle strutture e la ristrutturazione di quelle esistenti. È previsto anche un importante investimento sui percorsi di trattamento e sulle opportunità di lavoro per i detenuti, considerando che la recidiva scende intorno al 2% per chi partecipa a queste attività. Infine, sarà attuato un ampio piano di assunzioni per rafforzare ulteriormente i servizi offerti”.

Il dibattito è stato introdotto da Alfonso Celotto, professore ordinario di Diritto costituzionale dell’Università Roma Tre: “I problemi della giustizia in Italia attengono sicuramente a problemi organizzativi interni come il tema della separazione delle carriere di cui si sta discutendo il disegno di legge di riforma costituzionale e poi problemi di efficienza. I cittadini vogliono sentenze in tempi rapidi, giuste e rispettose dei crismi del diritto di difesa. Bisogna lavorare su questi versanti. Dobbiamo puntare all’efficienza diminuendo, da una parte, l’impatto del contenzioso e il numero delle cause. In Italia contiamo 5 milioni di sentenze l’anno. La Cassazione fa circa 100mila sentenze l’anno. Occorrono metodi alternativi di risoluzione a quelli giudiziari e dare tempi certi. Una giustizia che funzione è al centro del sistema democratico del nostro Paese”.


Secondo Tommaso Miele, presidente aggiunto Corte dei conti: “Le principali criticità del sistema giudiziario italiano sono sotto gli occhi di tutti. Non si può certamente dire che la Giustizia in Italia funzioni. Non solo per i tempi lunghissimi, motivo per cui già essere sottoposto a un processo è una pena, soprattutto se si considerano tutti gli effetti collaterali. Molte volte si è sottoposti ancora prima al processo mediatico che rappresenta già di per sé una condanna che comporta l’esclusione dai rapporti sociali e dalle relazioni familiari per i colletti bianchi. Tutte le persone sono uguali davanti alla Giustizia e accertate le responsabilità occorre essere molto severi. Però è bene ricordare che in Italia vige sempre il principio di non colpevolezza fino a condanna definitiva. Per questo occorre una rivoluzione culturale per giungere all’umanizzazione della Giustizia”.

Punta il dito sulla complessità eccessiva del sistema giudiziario Franco Massi, segretario generale Corte dei conti: “La macchina del Sistema Paese Italia è complicata ed è facile lasciarsi andare a giudizi un po' troppo affrettati. C’è chi definisce la Pubblica Amministrazione ‘quella catena di trasmissione che traduce le regole di convivenza sociale fissate dal decisore politico in effetti concreti sui cittadini e sulle imprese’. È ovvio che se questa catena non gira le regole di convivenza sociale non vengono tradotte in maniera efficace sul tessuto economico e sociale del Paese. In questo la Corte dei conti ha un ruolo, è una magistratura che deve svolgere una funzione maieutica, cioè, spiegare alla Pubblica amministrazione qual è il miglior modo per investire i soldi pubblici. La Corte ha anche l’onere di andare a controllare il rispetto delle indicazioni fornite, quindi una funzione sindacatoria”.

Sulla riforma della giustizia si è espresso infine Fulvio Baldi, sostituto procuratore Corte di Cassazione: “Non risolve nessun problema, ormai si è creato un muro contro muro tra magistratura e politica. Il dialogo sta scemando e si stanno perdendo di vista alcuni obiettivi. Abbiamo bisogno di una riforma della Giustizia che miri a un’efficienza maggiore e a maggiori garanzie. Solo incrociando efficienza e garanzia si raggiunge la qualità della Giustizia. Credo che questa Riforma non vada verso la giusta direzione: l’obbligatorietà dell’azione penale non è toccata, così come l’autonomia e l’indipendenza della Magistratura.

L’utente ha bisogno di un Pubblico Ministero preparato, onesto, equilibrato, professionale e la Riforma nulla aggiunge a questa esigenza. Anche il sorteggio è molto mortificante per la categoria. Non si capisce, ad esempio, come un potere dello Stato non possa scegliere il proprio amministratore presso il Consiglio Superiore della Magistratura”.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica