
Nel dibattito politico italiano regnano due certezze: l'ossessione della sinistra per il fascismo e le barricate della magistratura contro la riforma della giustizia portata avanti dal governo guidato da Giorgia Meloni. Il fronte rosso non delude mai e ogni giorno lancia allarmi sulla tenuta democratica nel nostro Paese, così come le toghe non smentiscono le aspettative e rivolgono sempre la stessa accusa all'esecutivo. Il copione è stato maestosamente recitato anche da Rocco Maruotti, segretario dell'Associazione nazionale magistrati, all'assemblea nazionale della Cgil.
"C'è un progressivo arretramento dei presidi costituzionali che hanno garantito il libero esercizio dei diritti fondamentali, in Italia e anche in Europa", ha affermato Maruotti. Che ha fatto riferimento a una serie di episodi: la stretta sulle manifestazioni Lgbtq+ in Ungheria, l'arresto di İmamoğlu nella Turchia di Erdoğan, lo scandalo sollevato dalla giovane fornaia ad Ascoli Piceno. Insomma, se ci si distrae un secondo si rischia di non capire bene se le invettive portino la firma del segretario dell'Anm o di Elly Schlein, leader del Partito democratico e dell'opposizione in Parlamento.
Ovviamente l'intervento di Maruotti non si è limitato a questo, ed è andato al cuore della questione: la riforma costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati viene visto come un tentativo, "neanche troppo velato", di indebolire l'autorità giudiziaria e il suo governo autonomo. Come se la riforma volesse realizzare una riscrittura dei rapporti tra poteri dello Stato. Ed ecco l'ormai nota colpa attribuita al governo di centrodestra: lavorare per ottenere "il controllo del potere giudiziario da parte del potere esecutivo".
Dunque abbiamo scoperto che la riforma della giustizia vuole allentare il controllo di legalità sulla politica e privare la giurisdizione dell'autorevolezza "di cui solo un giudice autonomo e indipendente può godere". Motivo per cui l'Anm ritiene che le novità paventate dal Guardasigilli Carlo Nordio e dal governo non potranno "mai tradursi in un vantaggio per i cittadini". Ma Maruotti&Co dovrebbero spiegare per quale motivo proprio quei cittadini hanno perso sempre più fiducia nei confronti della magistratura.
Non a caso è arrivata puntuale la replica al veleno di Maurizio Gasparri, che non le ha mandate a dire ed è andato dritto al punto: il presidente dei senatori di Forza Italia ha definito "farneticante" l'uscita di Maruotti sulla separazione delle carriere. E, citando l'indagine su Michele Prestipino, ha rincarato la dose: "La magistratura guardi al suo interno. Ai suoi difetti. Ai suoi errori. Alle sue vere e proprie deviazioni.
Per fortuna noi siamo garantisti e non siamo come quelli che ci accusano. Auguriamo a Prestipino un destino fausto e auguriamo ai magistrati di avere alla guida esponenti più equilibrati di quelli che emettono giudizi, come questi continui di Maruotti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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