La premessa è d'obbligo: qualche avvocato scorretto (giustamente perseguito dalla legge e dall'ordine professionale) non può macchiare l'operato della maggioranza dei legali che operano nel pieno rispetto deontologico. Eppure... Eppure chi ha studiato il fenomeno da vicino, assicura che di avvocati senza scrupoli ce ne sono, eccome. E più gli ambiti sono delicati, come quello ad esempio del diritto di famiglia, e più certe «strategie» rischiano di diventare borderline. Lo sa bene Laura Marinaro dell'associazione «Figli liberi» e autrice del saggio Avrei voluto essere padre, non un libro a tesi, ma che si limita ad analizzare un fenomeno in cui è impossibile separare i «buoni» dai «cattivi». Separazioni, divorzi, figli in affidamento rappresentano da sempre perfetti terreni di scontro per mettere in campo il peggio di sé. Ed è proprio in questi «interstizi» che si frappongono certi consigli-choc. «Avvocati che possono arrivare perfino a inventare casi di pedofilia, violenza sessuale, truffe, tossicodipendenza», pur di «avvantaggiare» il proprio cliente a scapito dell'«avversario». «Donne contro l'ex marito, uomini contro l'ex moglie in una guerra senza esclusione di colpi», racconta al Giornale Laura Marinaro, stilando una sorta di top ten delle «scorciatoie» per massacrare la controparte: «Il ricorso alla finta violenza è lo stratagemma più ricorrente. Quale giudice affiderebbe infatti un figlio a un genitore sulla cui testa pendono gravi accuse?». Ma ci sono anche tecniche più sottili, come quella suggerita da un avvocato a una mamma: durante i tre mesi che li separavano dall'udienza di affidamento, la donna avrebbe sempre dovuto dare ragione a suo figlio, assecondandone ogni desiderio. Così, quando il bambino sarebbe stato sentito dai consulenti, la donna avrebbe fatto la figura del genitore buono mentre il papà sarebbe passato per quello cattivo.
Sospetti di strane procedure che hanno sfiorato anche l'avvocato che difende la mamma di Leonardo, il bambino di Cittadella diventato tristemente «famoso» per essere stato trascinato via dal padre e dai poliziotti davanti ala scuola. A tenere banco è un video sul web nel quale l'avvocato della mamma di Leonardo, Andrea Cuffari, racconta una sua esperienza con un minore di nome «Matteo», anche lui conteso dai genitori. Nella registrazione si sente l'avvocato, Andrea Cuffari, ricordare uno stralcio del colloquio avuto col piccolo «Matteo»: «Se tu mi hai detto che non ci vuoi andare (dal padre ndr), beh allora glielo devi far capire (agli assistenti sociali, allo psicologo e ai poliziotti che sarebbero andati a prelevarlo dalla casa della madre ndr). Fai i capricci, perché devi dirle queste cose. Come fai i capricci per le figurine, fai, perché gli adulti possano capire». Consigli che ebbero «successo». Tanto che gli operatori incaricati di prelevare il bimbo furono costretti a battere in ritirata. Ora, dopo che la registrazione è diventata di dominio pubblico, l'avvocato Cuffari nega di aver mai imbeccato «Matteo». Il riferimento è appunto al video che lo ritrae mentre racconta nel 2011 un episodio di cui sarebbe stato protagonista 15 anni fa, «quando non era ancora un legale» precisa l'avvocato all'Ansa. Cuffari spiega di aver diffuso lui stesso quelle immagini su Youtube e chiarisce che «non vi è nessuna relazione con il caso padovano». «È una storia terribile di 15 anni fa - sottolinea - che riguardava un ragazzino vittime di abusi da parte del padre.
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