Fornero incolpa la destra per il post choc sulla figlia di Meloni

L'ex ministro del governo Monti dà solidarietà al presidente del Consiglio, ma punta il dito: "Quelli che oggi si stracciano le vesti, prima sono stati cattivi maestri"

Fornero incolpa la destra per il post choc sulla figlia di Meloni
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Di fronte alla frase choc scritta su Facebook dal prof del liceo campano serviva una risposta compatta da parte della politica: marciare tutti uniti per contrastare l'odio riversato sulla figlia di Giorgia Meloni, a cui il docente di 65 anni ha augurato la stessa sorte di Martina Carbonaro, la ragazza 14enne che è stata uccisa dal suo ex fidanzato ad Afragola. E invece qual è la stata la reazione della solita sinistra? Certo, esprimere una vicinanza di facciata al presidente del Consiglio, ma cogliere al volo l'occasione per far passare un messaggio: in fondo è colpa della destra aver infestato il clima. E così Elsa Fornerno non si è tirata indietro dal recitare il copione del "sì, ma".

L'ex ministro del Lavoro del governo Monti, intervistato da Giovanni Floris a DiMartedì su La7, ha sentito "il dovere" di dare la propria solidarietà a Meloni. Peccato che subito dopo sia arrivata la parola magica: "Però...". Una congiunzione avversativa che spesso ha un effetto ben preciso: sfumare quanto affermato in precedenza. E infatti Fornero prima ha espresso il suo sostegno al capo del governo per il post del professore contro sua figlia, per poi passare all'attacco e puntare il dito contro chi osa far notare che la demonizzazione verso la destra sta avvelenando i toni.

"Non posso chiudere gli occhi di fronte a tutti quelli che oggi si stracciano le vesti contro questo clima d'odio quando l'hanno alimentato per anni e anni, e basterebbe che andassero a rivedere le cose che hanno scritto e le cose che hanno detto. I cattivi maestri che sono stati...", ha affermato Fornero. Che, facendo riferimento alla dura battaglia politica portata avanti contro la sua legge sul sistema pensionistico italiano, ha denunciato di essere stata una vittima: "Ho provato l'odio, so cosa vuol dire che gli altri provino odio nei tuoi riguardi".

Insomma, da una parte si dà solidarietà al presidente del Consiglio e dall'altra si punta il dito contro i partiti di maggioranza accusandoli di aver fomentato le folle. Come se tutto sommato chi semina vento raccoglie tempesta.

Anche davanti a un post choc del genere, la sinistra è riuscita nell'impresa di additare gli avversari: il linguaggio dell'odio, di derisione, di umiliazione e di emarginazione è diventato il codice del nostro Paese e della politica italiana perché il centrodestra l'ha usato in maniera spregiudicata. E così la vergognosa uscita del prof passa in secondo piano.

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