I piccoli prelevati a casa e non davanti alla scuola come detto dalla mamma

Ci risiamo. Lo strazio a portata di rewind. Bambini portati via in lacrime mentre gridano: «Ci uccidono?». Il «video choc» di Battipaglia come quello di Cittadella (ricordate il piccolo trascinato davanti alla scuola?) e di chissà quante altre città d'Italia. Alle loro spalle un esercito di genitori che non sa - non vuole? - parlare, mediare col «nemico». Moglie contro marito; ma, ciò che è più grave, mamma contro papà (e viceversa). Muro contro muro. Un blocco di cemento che spacca la faccia dei bimbi oggetto della disputa: piccoli trattati alla stregua di bottini di guerra coniugale. Violenta e senza pietà come tutte le guerre. Poi è inutile piangere, disperarsi, fare gli scandalizzati, prendersela contro poliziotti, assistenti sociali, giudici. Benvenuti nella trincea dei sentimenti, dove non c'è spazio per l'amore ma solo per l'odio.
Singhiozzano i due fratellini di Battipaglia: «Ci uccidono?», «Chi ci aiuterà a fare i compiti?». Hanno 7 e 8 anni e la mamma con una mano li rincuora e con l'altra riprende la scena. Il video finisce sul web. Commozione generale. Ma cosa c'è dietro quelle immagini: nessuno lo sa, meglio non giudicare. Si sospettano verità nascoste. La realtà non sempre è quella che appare. I bimbi sono ora in una casa famiglia per ordine del Tribunale dei Minori di Salerno dopo essere stati sottratti alla potestà della madre, la «regista» del «filmino» prontamente recapitato al Corriere del Mezzogiorno. Al centro della storia - ricorda l'Ansa - il provvedimento di decadenza della potestà materna, disposto dalla sezione minorile della corte d'Appello di Salerno, «poiché la donna, un'insegnante di 46 anni, è accusata di Pas, la sindrome di alienazione parentale, che la spingerebbe a condizionare psicologicamente i figli per metterli contro il padre, dal quale è separata». Una tragica vicenda, resa ancora più drammatica dalla richiesta del curatore dei minori di sospensione della potestà paterna «in seguito ad abusi sessuali a cui il padre - secondo la denuncia della donna - avrebbe sottoposto i figli in passato». A raccontare questa brutta storia è la donna stessa dal suo profilo di Facebook e attraverso il video con il quale ha testimoniato il prelievo forzato a cui i due bambini sono stati sottoposti lo scorso 15 marzo su disposizione del tribunale mentre tornavano a casa. Un prelievo al quale hanno partecipato alcuni poliziotti, un'assistente sociale e una psicologa del Comune di Battipaglia e che è stato registrato dalla madre con un telefono cellulare. In merito alla vicenda l'Associazione avvocati matrimonialisti (Ami) tiene a precisare che l'esecuzione del provvedimento è avvenuta correttamente da parte dei poliziotti nell'abitazione dei bambini e non, come divulgato in un primo tempo, davanti alla scuola frequentata dai due bimbi.

Afferma il presidente dell'Ami: «Resta lo sgomento che il video del prelievo dei fratellini ha prodotto in quanti lo hanno visionato e l'augurio che si possa molto presto discutere serenamente circa le modalità di esecuzione dei provvedimenti della giustizia minorile da uniformare in tutto il Paese». Intanto nelle orecchie resta l'eco di quella frase terribile: «Mamma, ci uccideranno?».

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