Blitz dei centri sociali dentro il Consiglio comunale di Bologna: gli attivisti pro-Pal hanno fatto irruzione nella sede legislativa del capoluogo dell'Emilia-Romagna chiedendo che il match di basket tra Virtus e Hapoel Tel Aviv - la partita "del genocidio", come l'hanno definita nei giorni scorsi i Giovani Palestinesi - tra in programma venerdì 12 dicembre nel palazzo allestito in Fiera non si giochi. Con diverse bandiere palestinesi e fischietti alla mano, un gruppo di circa dieci attivisti è entrato a Palazzo d'Accursio, arrivando fin dentro la sala in cui si stava svolgendo la seduta, alla presenza, tra l'altro, di due classi dell'istituto comprensivo 5.
La protesta ha impedito di fatto che si potesse cominciare il Question time. E così la presidente Maria Caterina Manca non ha potuto dare il via ai lavori. Nel frattempo un gruppo di consiglieri di maggioranza si è avvicinato ai manifestanti, con i quali il capo di gabinetto Sergio Lo Giudice ha intrapreso un'interlocuzione. Gli animi a tratti si sono scaldati, ma, alla fine, gli attivisti hanno accettato la proposta di Manca, che aveva offerto ai collettivi la possibilità di continuare il confronto in uno spazio diverso. In ogni caso, secondo quanto riportato da chi era dentro il Consiglio, l'azione dei manifestanti non si è limitata a contestazioni verbali: la dinamica irruenta dell'ingresso in Aula ha infatti creato tensione tra i presenti, coinvolgendo direttamente anche i bambini che stavano assistendo ai lavori come parte di un percorso educativo. Qualcuno racconta che la classe dei giovani studenti è stata costretta ad andarsene via.
La Lega non ci sta e, tramite il capogruppo Matteo Di Benedetto, ha protestato: "Un fatto di assoluta gravità: si tratta di comportamenti inaccettabili, contrari ai principi democratici e al rispetto delle istituzioni". L'irruzione, secondo l'esponente del Carroccio, ha "arrecato spavento alla classe di studenti in visita istituzionale - spiega -. Questi metodi non solo ostacolano il regolare svolgimento dei lavori democratici, ma mirano a imporre con la forza una posizione, arrivando persino a tentare di condizionare eventi sportivi con atteggiamenti intimidatori".
"Proprio tali atti dimostrano quanto sia necessario che la partita di basket contestata venga disputata regolarmente: non possiamo permettere che siano comportamenti violenti a dettare l’agenda della città".
Ecco perché si auspa "che gli autori vengano individuati e chiamati a rispondere delle loro azioni, nel pieno rispetto della legge e delle garanzie democratiche. La tutela delle istituzioni, del loro funzionamento e della sicurezza dei cittadini - a partire dai più giovani - è un dovere imprescindibile".