
Doveva essere uno sciopero pacifico ma si è trasformato in una giornata di occupazioni, disordini, scontri con la polizia ed enormi disagi per i cittadini finiti ostaggio dello sciopero generale. Così, da Roma a Torino, da Bologna a Napoli, la giornata di ieri è stata caratterizzata da numerosi momenti di tensione con un bilancio per il Viminale di 55 feriti tra le forze di polizia a causa delle aggressioni subite. A destare scalpore è stato anche l’utilizzo dei bambini come scudi umani in alcuni cortei come a Brescia, mentre in Friuli Venezia Giulia l’Assessore regionale all’Istruzione Alessia Rosolen ha definito «gravissimo» il «coinvolgimento dei bambini». L’elenco dei disagi è stato però diffuso in tutta Italia.
Ancona Nel capoluogo marchigiano il corteo promosso dai Centri sociali delle Marche e dal sindaco Usb è arrivato al porto che è stato bloccato dai manifestanti mentre è stata occupata un’aula della Facoltà di Economia.
Bologna La tangenziale e l’autostrada A14 è stata chiusa a causa dell’occupazione da parte dei manifestanti. Una parte del corteo è avanzato contro il cordone delle forze dell’ordine in assetto antisommossa lanciando oggetti, bottiglie e petardi. Sempre in Emilia a Reggio le forze dell’ordine sono state costrette a chiudere la stazione e a sospendere la circolazione dei treni in via cautelativa a causa di un corteo che si dirigeva verso la stazione.
Firenze Manifestanti incappucciati hanno invaso i binari vicino alla stazione di Campo di Marte dove sono scoppiati petardi e una bomba carta, hanno poi messo cartelli e transenne per fermare la circolazione dei treni.
Genova La stazione Principe è stata occupata bloccando la circolazione dei treni e il traffico ferroviario è stato interrotto in tutta la città. Nelle strade è poi comparsa una scritta «Salvini come Kirk».
Pisa I manifestanti hanno raggiunto l’aeroporto Galileo Galilei e, dopo avere forzato lo sbarramento delle forze dell’ordine, hanno invaso la pista sedendosi per terra, sventolando le bandiere della Palestina e sospendendo l’attività dell’aeroporto. Vari poliziotti sono rimasti feriti negli scontri con gli appartenenti al corteo. In città è stata occupata anche l’Università Normale.
Roma Il ministero dei Trasporti di Matteo Salvini è stato oggetto di lancio di uova da parte di un gruppo di manifestanti, mentre nel pomeriggio il corteo per la Palestina ha bloccato la tangenziale occupando la strada all’uscita tra il Grande raccordo anulare e l’A24 paralizzando il traffico cittadino e, già dalla mattina, sono state chiuse le cancellate della Stazione Termini. Durante il corteo di ieri un gruppo di militanti diretto alla manifestazione «pro Pal» di Roma ha lanciato uova contro la sede nazionale di Pro Vita & Famiglia in Viale Manzoni intonando cori offensivi come «Pro Vita, Pro Vita, vaffanc*lo».
Napoli Al porto è stato sfondato il cordone di polizia mentre il corteo ha bloccato varie vie della città.
Padova Contro gli agenti è avvenuto un lancio di bottiglie e oggetti ai quali la polizia ha risposto azionando gli idranti.
Perugia Il corteo per la Palestina, dopo aver attraversato le strade del centro storico, ha raggiunto la stazione di Fontivegge e i manifestanti hanno occupato i binari. Sempre ieri è stato occupato il dipartimento di Filosofia dell’Università.
Salerno Alcuni agenti delle forze dell’ordine sono rimasti feriti dopo gli scontri con i manifestanti al porto di Salerno che è stato bloccato per varie ore.
Trento A causa delle manifestazioni Pro Pal che hanno bloccato l’Italia, i pazienti oncologici che dovevano arrivare da varie città non sono riusciti a raggiungere il Centro di Protonterapia e non hanno potuto così svolgere la terapia prevista. I disagi negli ospedali e nei centri medici sono un aspetto spesso sottaciuto e non raccontato di queste manifestazioni che generano però gravi rischi per la salute dei pazienti. Sempre a Trento è stata bloccata la tangenziale.
Torino I gruppi pro Pal hanno preso d’assalto la sede di Leonardo con i dipendenti costretti a rimanere chiusi all’interno e praticamente sequestrati dai manifestanti che hanno lanciato oggetti e fumogeni contro i cancelli, intanto prosegue l’occupazione della sede dell’Università di Palazzo nuovo. Scontri anche al Politecnico per la presenza del proprietario di Amazon Jeff Bezos durante un evento con alcuni manifestanti che hanno bloccato i furgoni delle consegne Amazon a Brandizzo.
Milano Annaffiati. Con i getti degli idranti puntati direttamente su di loro, duecento manifestanti appena. Giovani immigrati, italiani di seconda generazione, dinoccolati e griffati e che per l’occasione si sono travestiti da «cattivi», con il volto coperto. Quattro gatti (e per giunta «maranza», quindi totalmente non politicizzati, ma solo fracassoni) per un corteo oceanico in cui a marciare per le strade della città si sono contate 80mila persone. Una netta minoranza, quindi. Che però al termine della protesta ha occupato per tre ore la carreggiata della Tangenziale Est, lanciando pietre e sassi, ma anche petardi e fumogeni contro la polizia e bloccando il traffico all’estrema periferia sud est della città, a Lambrate, allo scopo di «animare» a ogni costo la fase conclusiva di una protesta enorme ma sostanzialmente pacifica fino a quel momento. E trascinandosi dietro altri duemila manifestanti, convinti che la giornata non potesse finire lì. E che ci potesse scappare un’altra guerriglia urbana, come ill 22 settembre davanti alla Stazione Centrale.
Mancano pochi minuti alle 15.30 di ieri. A Milano sta per terminare il più imponente tra i cortei lombardi contro il genocidio a Gaza, in nome dei valori costituzionali e in difesa della magra fine dell’avventura della Global Sumud Flotilla. In realtà la manifestazione «ufficiale», organizzata dai sindacati e capeggiata da Cgil e Cisl in occasione dello sciopero nazionale congiunto dei lavoratori del settore pubblico e privato, è partita alle 9 dal cuore della città, Porta Venezia, per concludersi dopo circa tre ore a Città Studi, in piazza Leonardo Da Vinci, davanti alla sede del Politecnico. Poi dalla vicina piazza Piola di corteo ne è partito subito un altro, altrettanto variegato sul fronte dei partecipanti - gente comune, manifestanti proPal, antagonisti, studenti, Usb e Cub, la maggior parte dei quali semplicemente autotravasatisi da una protesta all’altra - e decisi a raggiungere le Tangenziali, anche se non per occuparle: gli accordi verbali con la questura per questo secondo corteo - non preavvisato e quindi «abusivo» prevedeva che i manifestanti entrassero e subito uscissero dalle Tangenziali, meta finale e simbolica del serpentone. Gli «antagonisti» - un termine che in questo contesto, com’era accaduto durante i violenti attacchi di settembre in Centrale, certo non si riferisce a gente d’area e tanto meno agli anarchici, ma a giovani immigrati di seconda generazione - hanno preferito però fare a modo loro, soprattutto dopo che ieri hanno visto svanire davanti alla stazione ferroviaria di Lambrate, blindata, la possibilità di una replica del 22 settembre in Centrale. In serata, dopo un sit in in piazza Oberdan, tentano di raggiungere piazza Duomo in corteo ma ancora la polizia usa gli idranti.
Ed è così che la questura, che ha evitato qualsiasi contatto con i manifestanti anche davanti all’occupazione delle Tangenziali, contro sassi, petardi e fumogeni ha utilizzato prima i lacrimogeni e immediatamente dopo gli idranti per disperdere i facinorosi. Quest’anno a Milano era già successo il 17 maggio, durante gli scontri contro il «Remigration Summit», quando la polizia intervenne con idranti e manganelli mentre i manifestanti lanciavano fumogeni. Ma prima di allora era da parecchi anni che in ordine pubblico non si ricorreva agli idranti.