L’ultima crociata delle femministe: vietare le visite a scuola degli alpini

Polemica a Biella alla vigilia dell’adunata nazionale. Il collettivo: "Esaltano l’invasione nazifascista dell’Urss"

L’ultima crociata delle femministe: vietare le visite a scuola degli alpini
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Le bordate contro la storica adunata degli alpini a Biella arrivano da uno sparuto manipolo di femministe. Da venerdì a domenica la città verrà pacificamente invasa da 300mila penne nere. Il titolo della 96ima adunata, la prima nel capoluogo piemontese, non lascia dubbi: «Alpini portatori di speranza». Però c'è sempre qualcuno che vede fascisti immaginari. Una lettera aperta di alcuni genitori rilanciata dal collettivo femminista «Le parole fucsia», ha montato ad hoc un caso. A Rimini nel 2022 altre femministe della stessa pasta ci avevano provato accusando gli alpini di abusi sessuali. Tutto finito in una bolla di sapone.

«La sinistra monta la polemica grazie alla visibilità nazionale dell'adunata - spiega al Giornale il portavoce del sindaco, Luca Castagnetti - Un giornaletto locale che serve per incartare il pesce e tira duemila copie è andato dietro». La reazione sui social contro le femministe è stata durissima. Secondo il collettivo fucsia nelle scuole biellesi falangi di alpini narrano «alcune vicende della storia del nostro paese, proponendo canti bellici, mitizzando gesta e azioni, contribuendo a rafforzare il clima sovranista e nazionalista che pare essere l'unico possibile nel nostro Paese». Le penne nere da cinquant'anni vanno nelle scuole senza mai inneggiare alla guerra, che conoscono bene e hanno provato sulla loro pelle per generazioni. Ufficialmente l'Associazione nazionale alpini non replica, ma Massimo Cortesi, il direttore della rivista l'Alpino, ammette che «sono le solite polemiche del piffero messe in piedi da quattro gatti».

Il manipolo che cerca fascisti su Marte addirittura mette in dubbio che gli Alpini hanno fatto «tante cose buone». In questi giorni è stato commemorato il terribile terremoto del Friuli-Venezia Giulia, dove le penne nere erano in prima fila per soccorrere la popolazione. I Verdi, altri utili idioti, hanno addirittura contestato l'illuminazione con il Tricolore delle montagne «Mucrone», «Tovo» e «Camino». Ancora peggio l'accusa dell'inno, «Di qui non passa», ispirato dalla canzone del Piave, che esalterebbe l'«invasione nazifascista dell'Unione Sovietica». Gli unici invasori dell'Ucraina dal 2022 sono i russi. «La nostra penna è il nostro vessillo dal caldo della Libia al freddo in Russia, l'abbiamo portata sempre per giustizia in nome di un'Italia a volte ingiusta».

Domenica arriveranno a Biella il ministro della Difesa, Guido Crosetto, e il presidente del Senato, Ignazio La Russa. «L'organizzazione sta procedendo molto bene - sottolinea Castagnetti - Siamo entusiasti e aspettavamo l'adunata da anni».

I detrattori spero che

partecipino a questa grande festa di popolo. E anche se non lo faranno gli alpini, se ce ne fosse bisogno, dall'Ortigara alle missioni all'estero, continueranno a sacrificarsi per difendere la Patria e salvare anche chi li denigra.

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