
Maurizio Landini continua la sua campagna contro il governo Meloni. A Cagliari per partecipare all'assemblea della Cgil regionale e alla manifestazione con un corteo per Gaza, il segretario generale ha lanciato un nuovo attacco: "C'è il rischio di una svolta autoritaria, visto anche che stanno seguendo Trump, che stiamo diventando un po' una provincia dell'impero senza avere una nostra politica".
"Giorgia Meloni cresce nei sondaggi? Io sono abituato a ragionare sui dati reali, i sondaggi sono una cosa molto aleatoria, dipende chi li fa, quando li fai, dove li fai. Nel nostro paese purtroppo la maggioranza è fatta di persone che a votare non ci vanno, quindi significa che c'è una maggioranza del paese che non si sente rappresentata da nessuno e che chiede di poter avere voce" ha proseguito Landini, per poi evidenziare: "Stando alle ultime elezioni politiche, chi oggi governa ha preso 12 milioni di voti, chi è all'opposizione 15. E ci sono 18 milioni di persone che a votare non ci sono andate. Trovo grave che chi ha la maggioranza in Parlamento ma non è la maggioranza di questo Paese stia usando questa maggioranza per cambiare la Costituzione, per cambiare qualsiasi diritto senza discutere e confrontarsi con nessuno". E ancora, con toni da aspirante leader della sinistra: "Se c'è un record, forse che il governo non sa, è che sono aumentate le tasse per i lavoratori dipendenti e i pensionati. Il livello di tassazione del lavoro dipendente e dei pensionati non c'è in nessun'altra parte d'Europa".
Per quanto riguarda la crisi in Medio Oriente: "Si sta cancellando il diritto di un popolo di esistere con una forma di vera e propria deportazione. Credo che una cosa così sia innanzitutto inaccettabile, perché nel difendere il diritto del popolo palestinese di avere uno Stato e di esistere, in realtà stiamo difendendo anche il diritto del popolo israeliano di esistere e di non essere governato da un governo che secondo me sta facendo dei danni anche allo stesso popolo israeliano". Ha detto il sindacalista, che ha deciso di organizzare una mobilitazione per il popolo palestinese senza lesinare ulteriori attacchi all'esecutivo.
Landini si è infatti scagliato contro l'invio di armi, invocando l'interruzione dei rapporti commerciali con lo Stato ebraico e il riconoscimento dello Stato di Palestina. "Mai come adesso siamo vicini al rischio di una guerra che si estenda e che diventi davvero una guerra mondiale.
Non capisco come sia possibile che di fronte a un'invasione inaccettabile che la Russia ha fatto sull'Ucraina sono partite delle sanzioni e oggi di fronte a uno stesso atteggiamento fatto da Israele non si fanno le sanzioni" ha concluso il segretario della Cgil.