Letta rimette l'Imu

La sinistra delle tasse si scatena: un emendamento sconfessa i patti di governo Disastro fiscale: l'aumento dell'Iva ha fatto diminuire le entrate di 3,7 miliardi

Il nuovo corso del governo Pd-Pdl rischia di partire con la reintroduzione dell'Imu, che si aggiunge al nuovo aumento dell'Iva deciso nei giorni scorsi. Già ieri i politici di sinistra, firmatari della proposta che stamane verrà votata, e oggi i giornaloni amici loro cercheranno di vendere la notizia sotto il titolo: l'Imu torna, ma solo per i ricchi. È una balla colossale. Portare l'esenzione sotto la soglia dei 750 euro di rendita catastale significa colpire il ceto medio e i pensionati possessori di abitazioni non certo da nababbi (che già pagano la tassa) e anche disperati e disoccupati che hanno ereditato la casa da genitori appena benestanti.

Insomma, ci risiamo con i governi delle tasse che tanti danni hanno fatto. È di ieri la notizia che, dopo gli aumenti, il gettito fiscale dell'Iva è calato di oltre tre miliardi. Ovvio: più tasse, meno consumi, meno incassi per lo Stato. La partita non è economica ma politica. La sinistra vuole umiliare il Pdl, che di Imu e Iva aveva fatto il cardine della sua campagna elettorale. Servono risorse anche per cassa integrazione e cuneo fiscale? Benissimo, nulla da obiettare: tagliate spese inutili e faraoniche, magari a partire da quelle del Quirinale, l'istituzione più costosa al mondo.

La verità è che fanno pagare a noi il piano per spaccare il centrodestra, per dividere Berlusconi da Alfano. Altro che Pdl irresponsabile. Questi sono dei pazzi e il piano è criminale, anche se ben congegnato. Prima ottenere dagli amici magistrati la doppia condanna di Berlusconi (sentenza Mediaset e maxi risarcimento a De Benedetti, un salasso che avrebbe messo in ginocchio qualsiasi imprenditore o gruppo), poi la sua decadenza con un voto al Senato che applica la legge (Severino) in modo retroattivo e quindi incostituzionale. Quindi spaccare il partito di Berlusconi facendo leva su personalismi e promesse di gloria.

Ora che hanno le mani libere, a sinistra si affrettano a spartire il bottino con i complici: la politica economica la impone la Camusso (con Confindustria, che è la stessa cosa in versione chic). E guarda caso, arriva pure l'annuncio che Carlo De Benedetti, editore di Repubblica, con i milioni rapinati a Berlusconi per via giudiziaria, entra nel mondo delle tv (le frequenze de La7). Solo coincidenze? Ma va là.

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